recto, margine destro, in alto: T. Piccolotto
Il dipinto mostra uno scorcio del paese veneto di Lentiai, con le montagne sullo sfondo.
Il piccolo olio del pittore bellunese Toni Piccolotto faceva parte della collezione di dipinti della Fondazione Carlo e Dirce Callerio, confluita nelle raccolte dell’Ateneo dopo la liquidazione dell’ente. Dopo una prima formazione con Luigi Cima, del dopoguerra il giovane Piccolotto si trasferisce a Venezia, dove frequenta prima la scuola d’arte dei Carmini e quindi si iscrive all’Accademia di Belle Arti, che lascia ben presto per passare alla Scuola libera del nudo. In quegli anni così fecondi per la scena veneziana il bellunese stringe amicizia con i protagonisti del nuovo paesaggismo veneto: Seibezzi, Dalla Zorza e Neno Mori. Dopo una breve parentesi argentina alla fine degli anni venti, torna in patria per intraprendere una carriera che sarà ricca di soddisfazioni. Morirà sul campo, per un malore mentre stava dipingendo sul colle del Nevegal. Artista molto prolifico, specie di opere di piccolo formato come quella in esame, è stato definito, forse riduttivamente, il pittore della neve per i molti lavori dedicati ai paesaggi innevati della sua terra, ma, in realtà, il suo paesaggismo sempre attento al dato reale e a tratti lirico, renderebbe più appropriata la definizione di «poeta della natura», che pure gli è stata più volte attribuita.
De Grassi, Massimo, Schede, in "Ricorda e Splendi". Catalogo delle opere d'arte dell'Università degli Studi di Trieste, Trieste 2024