La Donazione Callerio nelle raccolte dell’Ateneo di Trieste
Nel 1966 viene istituita la Fondazione Carlo e Dirce Callerio con l'obiettivo di promuovere studi e ricerche scientifiche in ambito biologico, senza scopo di lucro. Alla loro scomparsa i coniugi Callerio lasciano alla città di Trieste tutti i loro beni, destinandoli alla ricerca scientifica e al progresso. La collezione di dipinti della Fondazione Carlo e Dirce Callerio è confluita nelle raccolte dell’Ateneo dopo la liquidazione dell’ente.
Sebbene napoletano per origine e formazione, Luigi Aversano ha sviluppato un legame speciale, dapprima con Trieste e successivamente con i coniugi Callerio e la loro Fondazione. Il ritratto di donna della collezione Callerio testimonia il carattere classicheggiante e sostanzialmente neoquattrocentesco della pittura di Aversano nei primi anni Trenta.
La collezione include anche paesaggi carsici, tra cui un olio di Loredana Riavini, realizzato nella seconda metà degli anni Settanta, e un’opera di Vincenzo Zossi, dai toni autunnali. Un piccolo olio può essere associato alla produzione di Gaetano Fassi, pittore lombardo attivo dal 1909 al 1968, specializzato in paesaggi.
Un ulteriore olio del pittore bellunese Toni Piccolotto rappresenta uno scorcio del paese veneto di Lentiai, con montagne sullo sfondo. Completa il nucleo dei paesaggi un’opera attribuita probabilmente al pittore Tomba.
Vi è anche un paesaggio marino, non datato né firmato, molto probabilmente raffigurante la parte ovest della laguna di Grado e un altro di impostazione tendente all'astrattismo che rappresenta un porticciolo.
La collezione si chiude con un’incisione di Ettore Fico.