in basso a destra: O. Siauss
sul verso: Multicolore / Olivia Siauss Trieste 2005
La composizione astratta si caratterizza per una vivace interazione di forme e colori. L'opera è composta da una serie di forme geometriche irregolari che si intersecano e si sovrappongono, creando un senso di movimento e dinamismo. La tavolozza è dominata dal contrasto fra colori caldi e i toni più scuri, guidando l'occhio dello spettatore attraverso la composizione.
L’opera è stata acquisita in occasione della mostra personale allestita dall’artista presso la Sala degli Atti della Facoltà di Economia tra il novembre del 2008 e il marzo dell’anno successivo. In quell’occasione Olivia Siauss aveva presentato una selezione di opere che disegnavano con efficacia i contorni del suo percorso agli inizi del nuovo millennio, focalizzando in particolare il suo interesse per il macrocosmo naturale.
Pur non esplicitando nel titolo i suoi riferimenti ‘naturalistici’, l’opera in esame testimonia efficacemente il personalissimo approccio alla natura della pittrice, che si muove intorno a un trasparente campionamento di stimoli cromatici che vengono articolati su complessi diagrammi alludenti ora alla musicalità visiva del quotidiano ora all’espressionismo astratto di Afro Basaldella, da sempre tra i motori principali della sua ispirazione. Ai suoi esordi nell’attività artistica, all’inizio degli anni Settanta, Olivia Siauss aveva infatti frequentato dal 1972 i corsi di pittura e di figura tenuti da Nino Perizi presso il Civico Museo Revoltella di Trieste, avvicinandosi quindi all’attività incisoria grazie a Mariano Kravos: una pratica mai abbandonata che fornirà all’artista una preziosa disciplina esecutiva.
Per inquadrare quest’ultima tappa del percorso di Olivia Siauss si potrebbe forse ricorrere alla sempreverde definizione di «astratto-concreto» che Lionello Venturi aveva attribuito ad Afro e ad alcuni suoi compagni di viaggio. Al pittore friulano non “bastava rappresentare una realtà di fantasia, di sogno o di memoria esistente oltre il quadro e di cui il quadro era specchio o tramite” ma voleva che «quella realtà si identificasse con la pittura e la pittura divenisse la realtà stessa del sentimento, non la sua rappresentazione». È proprio il calore delle scritture cromatiche tipiche della produzione degli anni cinquanta di Afro ad animare nella pittrice triestina la ricerca di uno spazio pittorico nuovo e originale, dove il contenuto visivo delle opere esorbita dallo stimolo emotivo di riferimento per andare a costruire quella sintassi autonoma che anima un lavoro come Multicolore, dove la drammaticità della dominante rossastra evoca pulsioni forti. Sensazioni che sono però mitigate dalla scelta deliberata di ricorrere all’equilibrio ordinatore dell’astrazione.
In questa come in altre opere coeve si nota infatti una decisa evoluzione nel percorso dell’artista: «se nelle incisioni degli anni Settanta e Ottanta il dato naturale appariva spesso nella sua forma peculiare, tradotto in una scrittura evidente e cristallina, nei lavori di questi ultimi anni la precisione di quella grafia si è rarefatta, sostituita da alberi tramutati in sottili suggestioni segniche, da una stesura dove la componente cromatica ha assunto una doppia valenza. È come se quelle stesse esperienze sensoriali, quelle fornite dall’immersione nel paesaggio, avessero avuto bisogno di distillarsi per potere essere ulteriormente comunicate» (M. De Grassi, I segreti del bosco, pieghevole della mostra di Trieste, Sala degli atti della facoltà di Economia, 19 dicembre 2008 – 31 marzo 2009).
De Grassi, Massimo, Schede, in "Ricorda e Splendi". Catalogo delle opere d'arte dell'Università degli Studi di Trieste, Trieste 2024