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in basso a destra: Ducaton 84
sul passepartout, in basso al centro: Ellida: C'è qualcosa che mi attira e / che mi chiama
sul verso, al centro: 27
La madre dell'artista scruta l’orizzonte da una balaustra, immersa in uno scenario dove i toni blu e bianchi dominano lo sfondo, richiamando l’idea del mare. Le forme astratte intorno a lei richiamano le onde e le correnti, a suggerire il movimento dell’acqua. Altre forme suggeriscono una pianta e suppellettili presenti all'interno dell'abitazione. L’atmosfera è più luminosa e aperta rispetto ad altre opere.
La frase abbinata "C'è qualcosa che mi attira e che mi chiama" riflette il senso di attrazione di Ellida verso il mare e verso un’idea di libertà, di esplorazione dell'ignoto. L'immagine visiva del mare è simbolica nella pièce di Ibsen, rappresentando per Ellida la possibilità di allontanarsi dalle costrizioni della vita quotidiana e di immergersi in qualcosa di misterioso e liberatorio. La scelta di utilizzare la fotografia di una figura che guarda in lontananza, verso un mondo sconosciuto, incarna questo desiderio di evasione e di abbandono verso un destino sconosciuto ma irresistibile.
L'opera sembra rappresentare il richiamo verso la libertà e l’avventura, ma anche verso la ricerca di se stessi. La figura appare attratta da qualcosa di grande e indefinito, un simbolo di ciò che non conosce ma che le appartiene in modo istintivo. L’insieme suggerisce il conflitto tra il conosciuto e l’ignoto, tra la sicurezza e l’attrazione verso la libertà, dove il mare diventa il simbolo ultimo di un’identità che cerca di emergere.
Fasolato, P., Annamaria Ducaton. La Donna del Mare. Attorno al pensiero della libertà., Trieste 2014