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Le figure nel dipinto sono presenze ibride, composte con parti di statue reali e maschere di periodi storici diversi e di varia provenienza che si trovano nei musei antropologici occidentali dall’epoca coloniale.
Il dipinto è frutto della collaborazione con il Dipartimento di Scienze giuridiche, del linguaggio, interpretazione e traduzione dell'Università degli Studi di Trieste, nell'ambito del progetto SBLAD - Shine bright like a diamond. Le figure nel dipinto sono presenze ibride, composte con parti di statue reali di periodi storici diversi e di varia provenienza che si trovano nei musei antropologici occidentali dall’epoca coloniale. Il colonialismo è l’età dei confini, economici e politici, ma anche culturali; la nostra è l’età della contaminazione. I confini sono sciolti, le culture si mescolano. Ce lo dicono i linguaggi e le parole di diversa origine che usiamo e quelle nuove che ogni tanto compaiono, mentre i diritti creano società più inclusive. Nella pittura, l’artista ‘aggredisce’ i confini: è libera di abbandonarli, iniziando dal suo modo di essere artista. Queste forme umane sciolte l’una nell’altra siamo noi. Il quadro è la casa dove ci incontriamo, portatori di memoria umana collettiva. Le figure di diverse textures pittoriche sono colte da più punti di vista, ma la luce le unifica. Colori forti e contrasti creano equilibrio dinamico: siamo nel luogo dove Oriente e Occidente si incontrano mescolandosi: il solo confine rimasto, almeno per ora, è quello tra la terra e il cielo.