dipinto, Tiani Giovanni Battista, XVIII

Oggetto
dipinto
Soggetto
sant'Andrea
Autore
Cronologia
1700
Misure
cm - altezza 162.5, larghezza 94.5
Codice scheda
OA_3550
Collocazione
Gemona del Friuli (UD)
Canonica vecchia
Museo della pieve e tesoro del duomo
Iscrizioni

Il Santo regge la croce decussata del martirio. Il manto rosso, gettato all'indietro, lascia scoperto il petto e le braccia tornite.

La scritta con la data 1700, rilevata sul retro del dipinto in occasione del primo rilevamento catalografico del 1983, è stata quasi completamente cancellata dalla nuova foderatura, successiva a quell'anno. Il dipinto appartiene alla serie degli Apostoli che il Tiani eseguì presumibilmente nella prima metà del secolo XVIII. Non si può ricondurre l'intero ciclo ad un'unica datazione, come ritenevano Baldissera (1896, p. 5), Tessitori (1914, p. 22) e Clonfero (1974, pp. 70-82), perchè dall'esame delle singole tele si sono rilevate diverse date di esecuzione (1700 Sant’Andrea; 1705 San Giacomo; 1706 San Filippo; 1729 San Matteo). Le figure, che occupano quasi tutto lo spazio della tela, appaiono piuttosto statiche, ravvivate solo da un gesto che caratterizza ciascun Apostolo e dai panneggi, abbondanti e vivaci. Questi ultimi, dai contrasti cromatici di sicuro effetto, condotti "con una vigoria di colore e di chiaroscuro che attrae" (Baldissera 1988, p. 34), lasciano scorgere braccia e gambe dalla muscolatura tornita. I caratteri stilistici ripropongono moduli tardo manieristi che convivono accanto ad un accentuato realismo dei particolari (volti segnati da rughe, grandi piedi ostentati in primo piano). Si riscontrano vaghi richiami con alcune opere del Carneo, soprattutto nei volti, dai grandi occhi e dalla pupilla marcata, nelle barbe e nelle chiome ben disegnate. Evidenti, invece, le analogie morfologiche e cromatiche con gli Apostoli della tela intitolata "Cristo che lava i piedi agli Apostoli" del Convento di Sant’Antonio di Gemona, attribuita, fino ad ora, ad ignoto pittore di scuola veneta. I dipinti, collocati nel 1929 sulle arcate della navata centrale, furono in seguito variamente distribuiti all'interno del Duomo. Dal 1976 furono depositati in numero di sette - ma nel 1974 Clonfero ne contava dieci - presso il Museo Diocesano d'Arte Sacra di Udine.

BIBLIOGRAFIA

Marioni Bros L., Inventario dei beni culturali mobili ricoverati nei depositi del Museo diocesano di Udine dopo il terremoto del 1976 (schede), in Un museo nel terremoto, Udine/ Pordenone 1988

Merluzzi F., Pittura, in Il duomo di Santa Maria Assunta di Gemona, Gemona del Friuli (UD) 1987

Clonfero G., Gemona del Friuli, Udine 1974

Tessitori A., Gemona. Breve recensione storico descrittiva compilata per uso dei visitatori, Gemona del Friuli (UD) 1914

Baldissera V., Chiesa arcipretale di Santa Maria Maggiore in Gemona, Gemona del Friuli (UD) 1896

Baldissera V., Degli uomini degni di ricordanza in Gemona. Note biografiche, in Per le beneaugurate nozze Bonanni-Morandini, Gemona del Friuli (UD) 1888