in basso a sinistra: V. Bolaffio
retro, sul telaio: Autore Vittorio Bolaffio - casetta cinese in India/ dipinta dal vero
Paesaggio raffigurante delle case con il tetto a pagoda. Davanti ad una casa, sulla destra, è dipinta una bambina in piedi. La vegetazione sullo sfondo e in primo piano è verde: risaltano i colori vivaci ma non violenti della casetta: turchese, azzurro, blu petrolio, ocra e mattone.
Pendant della Strada di Singapore, il dipinto qui esaminato è databile tra la fine del 1913 (ritorno dal viaggio in Oriente) e l’estate del 1914 quando, allo scoppio della Grande Guerra, Vittorio Bolaffio chiamato a combattere sul fronte austriaco. Il paesaggio urbano del Levante sedusse l’artista che sperimentò la costruzione di uno spazio frontale scandito su ritmi orizzontali: “Lo schema - come osservava Giulio Montenero (1975, p. 58) - desunto da un’impressione visiva, diventerà chiave d’interpretazione solare e mediterranea di sommessi brani suburbani e portuali”. Il viaggio in Oriente fu la grande avventura esistenziale e pittorica di Vittorio Bolaffio: dopo Parigi, forse ancora suggestionato dal mito di Gauguin e dalla sua arte “barbara”, che con la sintesi delle forme ed il ricorso all’uso di larghe macchie di colore violento aveva fatto risuonare una nota nuova nell’arte europea, l’artista si imbarcò come marittimo su una nave del Lloyd. Il rinvenimento della data 2 ottobre 1913 in margine ad un disegno del Civico Museo Revoltella (Lascito Kurländer 1994, inv. 4790/1. ID scheda D 4070) ha consentito di stabilire per la prima volta con certezza l’anno del viaggio in Oriente (Delneri 1999, n. 5/1). Sul foglio vi sono tre studi di un marinaio che sale una scala e lo schizzo di una casetta cinese ripresa frontalmente leggibile come primo appunto per il dipinto qui esaminato. (DELNERI 2007, p. 138). Dopo i primi esordi con soggetti ispirati dal viaggio in Oriente (1912-1913) le opere maggiori di Bolaffio si possono collocare nel breve arco di tempo che va dalla fine della I Guerra Mondiale all'anno della morte (1918-1931). Influirono sulla sua formazione e lasciarono traccia in tutti i suoi dipinti l'insegnamento del Fattori (di cui fu allievo a Firenze tra gli anni 1900 e 1902) e degli impressionisti francesi (conosciuti nel suo soggiorno parigino del 1910-1911). Del primo il Bolaffio conservò la solidità della struttura nelle figure e nelle composizioni, dai secondi acquistò la gamma coloristica ricca e ardita. A partire da questi dati sicuri è poi difficile individuare una linea evolutiva nell'arte di Bolaffio, anche perchè la maggior parte delle sue opere non è datata, nè risulta agevole una datazione per mancanza di sufficienti notizie. Il dipinto "Casetta cinese in India", deve risalire al 1912 o al 1913, se è attendibile l'iscrizione sul telaio che la dichiara "dipinta dal vero". Nel dizionario enciclopedico Bolaffi (1972) si afferma che dall'Oriente "riportò disegni e acquerelli come appunti di viaggio" e forse questa tela è una rielaborazione daun disegno o acquerello. Il dipinto è stato donato dalla sorella del pittoreal museo nel 1936.
Pinacoteca estate, Pinacoteca d'estate. Viaggio nel primo '900. Opere della Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia, s.l. 2010
Delneri A., Schede, in La Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia, Vicenza 2007
Delneri A., Schede, in Vittorio Bolaffio. Disegni e dipinti, Venezia 1999
Orientalisti italiani, Gli orientalisti italiani. Cento anni di esotismo 1830-1940, Venezia 1998
Pittuello C., I disegni di Vittorio Bolaffio, Padova 1986-1987
Montenero G., Catalogo, in Vittorio Bolaffio 1883-1931, Trieste 1975
Dizionario enciclopedico, Dizionario enciclopedico Bolaffi dei pittori e degli incisori dal XI al XX secolo, Torino 1972-1976
Benco S., Vittorio Bolaffio pittore del mare, del lavoro, dello spazio, in Il Piccolo, Trieste 1932, 4 ottobre