Il dipinto descrive il ritrovamento del piccolo Mosè nelle acque del Nilo da parte della figlia del Faraone e delle sue ancelle scese al fiume per bagnarsi.
L'attribuzione di quest'opera e di altri tre dipinti - Loth e le figlie, Rebecca al pozzo e Mosè salvato dalle acque - parimenti conservati al Museo carnico (inv. nn. 1979, 1980, 1982, cfr. OA 17666 - NTCN 00154571, OA 17662 - NCTN 00154568, OA 17667 - NTCN 00154572), si deve ad Aldo Rizzi (1963). Secondo Giuliana Pugnetti, Il ritrovamento di Mosè e Mosè salvato dalle acque, "viste le chiare derivazioni tiepolesche" dovute al soggiorno udinese dello Schiavi nel 1765, quando il pittore attende all'affresco del soffitto dell'Oratorio della Carità, sono da inserire tra il 1765 e il 1775 (cfr. Pugnetti, 2003, p. 83).
Pugnetti G., Schede, in Mistrùts. Piccoli maestri del Settecento carnico, Udine 2006
Cargnelutti R., Appunti per una storia del ritratto pittorico in Carnia. Opere dal XVI al XVIII secolo, in Nicola Grassi Ritrattista, Tolmezzo (UD) 2005
Pugnetti G., Antonio Schiavi, pittore carnico, in Udine. Bollettino delle Civiche Istituzioni Culturali, Udine 2003, n. 7-8, 2001-2002, s. III
Prima Mostra, Prima Mostra del Restauro, Udine 1963