Signaora Cristofoletti, dipinto, Tominz Giuseppe, XIX

Oggetto
dipinto
Soggetto
ritratto di donna: Cristofoletti
Autore
Tominz Giuseppe (1790/ 1866)
Cronologia
1856/06/15
Misure
cm - altezza 81, larghezza 66.5
Codice scheda
OA_22069
Collocazione
Gorizia (GO)
Musei Provinciali di Borgo Castello
Musei Provinciali. Museo della moda e delle arti applicate
Iscrizioni

La signora Cristofoletti è raffigurata seduta su una poltroncina con accanto un piccolo tavolino. Indossa un abito in taffetas nero con una scollatura con effetto a V coperta da uno jabot in pizzo bianco. La vita è stretta con una doppia cintura della stessa stoffa, la gonna ampia, le maniche piuttosto strette con i polsi con un decoro di pizzo nero. Completa l'abbigliamento, un paio di orecchini, due anelli, un braccialetto costituito da un ovale che racchiude un fiore e una catena d'oro a cui è agganciata una spilla che funge da pendente. Tiene in mano un fazzoletto bianco e un ventaglio.

Il ritratto, assieme al ritratto maschile [cfr. inv. 220/06], probabilmente del marito della donna, giunse al Municipio di Gorizia nel 1931 tramite lascito testamentario del farmacista Cristofoletti di Trieste. Realizzato il 15 giugno 1856 (come documenta un'iscrizione posta sul retro della tela), il dipinto è stato giudicato dal Marini tra i migliori dell'ultimo periodo. Al suo rientro a Gorizia, nel 1855, Tominz venne accolto con grandi onori. I committenti locali dovevano sentirsi, probabilmente, molto lusingati dal possedere un suo ritratto e accorrevano a lui anche se le sue doti artistiche stavano progressivamente scemando. Questo ritratto, assieme a quello del marito Ludovico Cristofoletti, eseguito nel 1860, rientra tra i pochi ritratti datati dell’ultimo periodo. Pur rilevando una certa meccanicità espressiva, derivata dai modelli fotografici, lo stesso Marini ha ipotizzato che Tominz "davanti a questa fisicamente e moralmente solida massaia friulana sentì forse riaccendersi le antiche icastiche predilezioni". Interessante documento della storia del costume, l’abito nero in seta della donna è infatti indicativo della tendenza alla ripresa, a metà del secolo, delle tinte scure; dalla profonda scollatura a “V” fuoriesce un plastron bianco impreziosito da cinque ranghi di merletti. Il corpetto ora non è più appuntito e allungato in vita, come negli anni quaranta, poiché il punto vita ha ripreso la sua sede naturale. (BRESSAN 2007, p. 124) L'opera è pervenuta come lascito del farmacista Cristofoletti nel 1932.

BIBLIOGRAFIA

Bressan N., Schede, in La Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia, Vicenza 2007

Sgubin R., Vestire a Gorizia: un itinerario iconografico ai confini dell'Impero (1812-1860), in Studi goriziani, Gorizia 1995, n. 81

Jožef Tominc, Jožef Tominc, Lubiana 1967