dipinto, Acquaroli Domenico, XIX

Oggetto
dipinto
Soggetto
ritratto di donna
Autore
Acquaroli Domenico (1817/ 1888)
Cronologia
1850 ca.
Misure
cm - altezza 72.5, larghezza 63
Codice scheda
OA_26008
Collocazione
Gorizia (GO)
Palazzo Attems Petzenstein
Musei Provinciali. Pinacoteca

La protagonista del ritratto è raffigurata seduta, il busto di tre quarti ed il viso rivolto verso l’osservatore. Il capo, incorniciato da un’acconciatura simmetricamente definita dalla scriminatura, è delicatamente sostenuto dalla mano sinistra, a sua volta appoggiata su un grande cuscino di velluto rosso. Nella mano destra, posizionata in primo piano al centro del dipinto, la donna regge un mazzolino di fiori composta da una rosa, una viola del pensiero e un rametto di non ti scordar di me. La varietà e vivacità dei loro colori permette di distinguerli dal blu cupo dell’abito, caratterizzato da una gonna a pieghe la cui ampiezza viene esagerata dal contrasto con il corpetto, serrato in vita al punto tale di contribuire alla staticità e mancanza di respiro del dipinto. Le maniche a tre quarti dell’abito lasciano fuoriuscire lo sbuffo delle sottomaniche, concluse da un ricamo in pizzo finemente lavorato che con il suo candore richiama la camicetta chiusa al collo da una spilla ornata da un cammeo di corallo rosso.

Il particolare della spilla, ascrivibile al gusto antiquario affermatosi già nel Neoclassicismo e riattualizzato nel Secondo Impero, tradisce l’appartenenza della giovane sconosciuta all’alta borghesia di metà Ottocento. Le scarse attestazioni del dipinto non permettono di avanzare alcuna ipotesi sull’identità della giovane, mentre la datazione e l’attribuzione dell’opera all’Acquaroli si basano unicamente sul fatto che l’opera è in pendant con il Ritratto virile su cui è stata a fatica rilevata l’iscrizione «1852/Acquaroli fecit» (Colloredo Toppani 1977, p. 69). Se ancora nel 1977 la tela in oggetto veniva citata come «opera di autore ignoto (forse triestino) in cui è ancora viva la lezione del Tominz» (Malni Pascoletti 1977, p. 50), la sua assegnazione a Domenico Acquaroli è in realtà resa plausibile dalle affinità compositive e stilistiche con l’effige maschile. In entrambi i casi, infatti, le figure si stagliano su un fondo monocromo occupato solo in parte dall’ampio cuscino e, nel caso del Ritratto virile, da una colonna marmorea. I particolari inseriti nei due dipinti impediscono non solo di risalire all’identità dei protagonisti ma anche di formulare congetture sulla loro attività, aspetto a cui invece l’alta borghesia del periodo pretendeva fosse riservata una certa attenzione. L’assoluta staticità delle pose viene nobilitata nel caso della giovane sconosciuta dai raffinati lineamenti del suo volto, ravvivato dal colore intenso delle labbra e dall’ incipiente rossore che tradisce il disagio dovuto al prolungato esame della sua fisionomia da parte dell’artista. Nativo di Trieste, Domenico Acquaroli appartiene alla nutrita schiera dei ritrattisti minori dell’Ottocento, offuscati dalla presenza di Giuseppe Tominz e fiduciosi nelle proprie capacità di emulazione del maestro goriziano. Studente dell’Accademia di Venezia all’inizio degli anni Quaranta, è autore di alcuni ritratti conservati al Museo Revoltella e ai Musei Civici di Trieste. (MOGOROVICH 2007, p. 70)

BIBLIOGRAFIA

Mogorovich E., Schede, in La Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia, Vicenza 2007

Guida Museo, Guida al Museo della Moda e delle Arti Applicate, Gorizia 2005

Giuseppe Tominz, Giuseppe Tominz e Domenico Acquaroli, Gorizia 2004

Malni Pascoletti M., Aureo Ottocento. La collezione di gioielli dei Musei Provinciali di Gorizia, Udine 1989

Bradaschia G., Andiamo insieme a visitare i Musei Provinciali di Gorizia, Gorizia 1980

Malni Pascoletti M., La pinacoteca di Palazzo Attems, in Studi Goriziani, Gorizia 1977, XLV

Di Colloredo Toppani B., Dipinti inediti dei Musei Provinciali di Gorizia, in Studi Goriziani, Gorizia 1977, vol. XLV, genn.-giugno