Ritratto della sorella Lidia, dipinto, Sambo Cappelletti Edgardo

Oggetto
dipinto
Soggetto
ritratto di donna: Lidia Sambo
Autore
Cronologia
1912
Misure
cm - altezza 180, larghezza 110
Codice scheda
OA_27525
Collocazione
Trieste (TS)
Palazzo Galatti
Collezione della provincia di Trieste
Iscrizioni

Figura femminile in piedi in un giardino. La donna indossa un cappello a tesa larga e un abito lungo chiaro, con uno scialle che ricade sulle spalle. E' ritratta leggermente di tre quarti e osserva lo spettatore.

L'opera venne presentata, insieme a "Nudi al sole", al concorso Rittmeyer tenutosi a Trieste nel 1912 e consentì al suo autore di conquistarsene il premio: il pensionato romano di due anni. Essa risulta ancora fortemente permeata degli influssi della scuola impressionista di Monaco di Baviera, alla cui prestigiosa Accademia di Belle Arti, Sambo si era formato tra il 1905 e il 1907. In essa si ripropone la tipologia del ritratto a figura intera immerso nella natura, particolarmente caro alle sperimentazioni pittoriche dei rappresentanti dell'Impressionismo monacense e in particolare a Fritz von Uhde con alcune delle cui opere il dipinto di Sambo può essere messo in relazione. Dall'ambiente tedesco proviene in questo senso la pennellata larga e pastosa, capace di non rinunciare, grazie a pochi colpi di pennello, stesi con rapidità e decisione, alla salda volumetria dei corpi, anche se in presenza, rispetto ai toni cupi e terrosi dei maestri tedeschi, di una tavolozza più calda e accesa, aggiornata da Sambo alle nuove possibilità del colore. Attentamente studiata risulta inoltre la contrapposizione tra la solidità formale esibita dalla figura della sorella e l'impalpabile dissolvenza di dettagli dello sfondo arboreo, dove però non viene meno la densità materica della pennellata. E' un espediente questo che ritorna di frequente non solo nelle opere più immediatamente impressioniste della scuola tedesca, ma anche nelle prove migliori della sua ritrattistica ufficiale, quella del pittore Franz von Lenbach e che contribuisce a ricondurre il dipinto una volta di più a una diretta discendenza tedesca, ancora forte nell'autore, a poca distanza dagli studi accademici.

BIBLIOGRAFIA

Cataldi A.T., Edgardo Sambo, Trieste 1999, 1

Fasolato P., Donazione Sambo, Trieste 1989, maggio