Città, rilievo, Piazza Agostino, XX

Oggetto
rilievo
Soggetto
architettura cittadina
Autore
Piazza Agostino (1935/ 1981)
Cronologia
1968 ca.
Misure
cm - altezza 240, larghezza 340
Codice scheda
OA_28543
Collocazione
Gorizia (GO)
Istituto Tecnico Industriale Galileo Galilei
Iscrizioni

Il pannello decorativo è composto da moduli incisi, a rilievo di gusto astratto.

Il rilievo decorativo fa parte delle opere di decorazione di edifici pubblici, soprattutto scuole, e di chiese cui Piazza si dedicò dal 1955 al 1979. Come scrive Marino Medeot (1985, p. 50) il pannello in terracotta dell'Istituto tecnico Galileo Galilei rappresenta il distacco dalla figurazione, una metamorfosi culturale che trova i modelli nella contemporanea serie "Arnie turche" e in quella "Omaggio al bosco". L'opera si inserisce in quel ciclo dei rilievi plastici in gesso e polistirolo, che costituiscono secondo Toniato la ricerca artistica più importante di Piazza. Furono eseguiti nel periodo in cui Piazza fece parte del gruppo 2 x Go, una delle realtà artistiche più innovative della regione. Ogni artista operava in modo autonomo legandosi alle avanguardie del Novecento: Piazza si ispirò all'astrattismo, che elaborò in modo personale. Ivan Sedej (1973, s. p.) afferma che i pannelli plastici di Piazza si ispirano al costruttivismo e allo strutturalismo nella griglia di fondo costituita da moduli, che l'artista realizzava nel suo forno ceramico di piccole dimensioni. Così il pannello presenta un tessuto plastico frammentato con moti vi lineari alternati e sporgenti come nelle "Arnie turche". I motivi quadrati si ispirano invece al geometrismo dei moduli di "Omaggio al bosco". Le innumerevoli combinazioni dei moduli risentono fortemente dell'opera premiata all'INTART 1968. I rilievi rientrano nello sperimentalismo e nella contaminazione dei generi tipici di Piazza. Scultura, pittura, sottosquadri, graffiti si fondono in rilievi di gesso, polistirolo o terracotta. Innumerevoli piccole forme geometriche a rilievo o incise si dispongono una vicino all'altra a tessiture plastiche in cui i vuoti e i pieni creano sviluppi segnici molto vari e imprevedibili "labirinti visivi, stratificazioni visionarie" (Toniato, 1985, p. 20). Acutamente i critici Fulvio Monai e Marino Medeot vedono nell'opera di Piazza soluzioni affini a quelle di Arnaldo Pomodoro. Anche l'opera di Piazza si inserirebbe dunque nel clima segnico informale milanese in cui i calligrammi di Klee, Wols e Tobey sono tradotti nella tecnica dell'impronta e dello stampo. Mentre Pomodoro realizza le sue opere in bronzo, Piazza si limitò per motivi economici a materiali meno costosi e più adatti alla sua manualità artigiana come la terracotta. Il rilievo decorativo è indicato da due nomi "Città" secondo Marino Medeot, "Storie della terra" in un manoscritto di Agostino Piazza. L'opera schedata presenta la stessa ideazione plastica del pannello in terracotta per la Scuola media Statale Locchi.