in basso a sinistra: E Mitri
in basso a destra: GRAFICHE/ CHIESA/ UDINE
in basso: 1^ MOSTRA/ DELL'ARTIGIANATO/ FRIULANO/ GEMONA 15 AGOSTO 1935/ 15 SETTEMBRE XIII/ RIDUZIONI FERROVIARIE"
Una stilizzata figura maschile regge il fascio littorio e reca in mano una corona e un martello, ad esaltare il lavoro artigiano. Sullo sfondo la facciata del Duomo di Gemona.
Il manifesto si riferisce alla I Mostra dell'Artigianato Friulano di Gemona del 1935, organizzata dal pittore gemonese Giuseppe Barazzutti (Gemona, 1890 - Roma 1940), che realizzò anche gli apparati effimeri ad archi novecentisti, che mascherarono l'edificio delle scuole dove si tenne la manifestazione (Bucco, 1994, pp. 88-89). Barazzutti aveva insegnato con Ernesto Mitri nella sezione decoratori dei Corsi di Perfezionamento e Coordinamento promossi dal Consorzio Obbligatorio per l'Istruzione tecnica di Udine. Affidò a Mitri sia la realizzazione del Manifesto della Mostra sia i pannelli decorativi interni.. Abbandonati gli schemi Déco e futuristi, Mitri si adeguò al linguaggio novecentista, che egemonizzava gran parte delle commesse pubbliche. Come annotò nei suoi schizzi il suo modello di riferimento divenne la pittura di Mario Sironi da cui riprese la scansione dei volumi rigorosamente semplificati, le figure umane schematizzate per visioni frontali e laterali, gli sfondi urbani, evidenti nella facciata del Duomo che si nota dietro al Littore in primo piano. La consonanza tra Sironi e Mitri non si limitò allo stile, ma influenzò anche i temi iconografici. Nel manifesto il littore regge anche un martello, simbolo dei temi del lavoro trattati nei pannelli interni. Il manifesto si può confrontare con la copertina de La Panarie n. 71, dove Mitri ingrandì il particolare del cannone e usò campiture volumetriche attraverso il tratteggio come nelle illustrazioni di Sironi. Il manifesto fu stampato dalle Arti grafiche Chiesa, dove Mitri aveva lavorato dal 1922 a l 1926 come litografo affinando le proprie innate capacità disegnative. Nelle note di referenza il titolare della ditta Giuseppe Chiesa aveva infatti scritto che Mitri aveva sempre dimostrato "buona volontà, onestà e intelligenza, progredendo bene in modo che ora mi dispiace che mi lasci per andare a Venezia".
Ernesto Mitri, Ernesto Mitri Graffiti e decorazioni, Pasian di Prato (UD) 2000