Veduta con distesa nevosa e il colle del castello di Gemona

Oggetto
dipinto bozzetto
Soggetto
veduta invernale di Gemona
Autore
Barazzutti Giuseppe (1890/ 1940)
Cronologia
1927 ca. - 1928 ca.
Misure
cm - altezza 32, larghezza 39
Codice scheda
OA_29892
Collocazione
Gemona del Friuli (UD)
Palazzo Elti
Museo civico di Gemona

In primo piano si nota il ripido pendio innevato del canalone che fiancheggia il Glemine, seguendo lo spigolo roccioso si indovina la punta del campanile del duomo, mentre a destra si nota il colle del castello con la torre. Sullo sfondo la piana osovana delimitata a destra dai monti delle prealpi. Predominano le pennellate bianche e brune. La tavola di compensato ha i bordi sagomati.

Il dipinto fa parte di una serie di dipinti ad olio che hanno come oggetto paesaggi e vedute di Gemona. Il bozzetto è datato dal proprietario al 1927 - 1928 e si avvicina ai bozzetti eseguiti a Forni di Sotto come mostra il forte spessore materico delle pennellate, che hanno perso ormai qualsiasi riferimento alla tecnica divisionista del colore. Il dipinto è di formato ridotto poiché eseguito dal vero in esterno come suggerisce la spontaneità nell'esecuzione e l'uso dei colori. Come osserva Franca Merluzzi ciascun dipinto può essere considerato un'opera auto noma e non rimanda necessariamente a una quadro realizzato ( Merluzzi, 1994, p.92). Superata la sensibilità tardoimpressionista, comune anche ad altri paesaggisti friulani come Marco Davanzo e Giuseppe Da Pozzo, Barazzutti si avvicina all'Espressionismo negli spessori del pigmento, che costruiscono matericamente le forme. Il formato stretto e allungato è caratteristico di molte vedute gemonesi e permette all'artista di rendere l'orizzonte con larghe pennellate orizzontali di colore che sfumano in profondità. Il pendio irregolare in primo piano che permette il gioco delle ombre e delle luci è un espediente più volte usato nei bozzetti di ambiente montano per dare profondità di campo. Sullo sfondo a destra si nota il colle del Castello di Gemona e sulla sinistra seguendo lo spigolo del Glemine si incontra la punta del campanile. Sullo sfondo l'anfiteatro prealpino è null'altro che sagome scure che delimitano la piana e il cielo luminoso venato di nubi alte. Rispetto alla definizione dei contemporanei paesaggi montani sembra quasi che la conoscenza del paesaggio del luogo natio permetta al Barazzutti d i esprimersi più liberamente con pennellate che sconfinano quasi nell'informale. La veduta di Gemona è presa dalla borgata di Stalis lungo il canalone del Glemine. Il dipinto è stato schedato da Franca Merluzzi in occasione della mostra Un pittore a Sauris . Giuseppe Barazzutti (1890-1940) con il numero 1.125 nella sezione Pittura. Vedute e paesaggi. Sulle vedute scrive F. Merluzzi " tra i molti dipinti inediti si conservano numerose vedute di Gemona, pregevoli per qualità pittorica e rese ancora più suggestive molte si riferiscono a vi e e palazzi distrutti dal terremoto, scorci di paesaggio ancora individuabili ma profondamente mutati" (Merluzzi, 2001, 250).

BIBLIOGRAFIA

Giuseppe Barazzutti, Giuseppe Barazzutti. La bottega d'arte, Mariano del Friuli (GO) 1994

Merluzzi F., Pittori emigranti nell'impero e l'artista Giuseppe Barazzutti, in Puje Pore Nuje, Brescia 2002, n.21

Merluzzi F./ Bucco G., Il gemonese Giuseppe Barazzutti veratile artista tra sacro e profano, in Ce Fastu?, Udine 1993, n.1, LXIX