Autoritratto giovanile, dipinto, Tominz Augusto, XIX

Il dipinto ritrae il giovane Augusto Tominz seduto davanti ad un tavolo, sul quale è appoggiato un vaso blu che egli sta decorando a pennello. Il giovane indossa una camicia bianca dalle ampie maniche e sul capo ha un berretto grigio-azzurro.

L’ipotesi che si tratti di un autoritratto giovanile di Augusto Tominz non è suffragata per ora da una sufficiente documentazione, ma è certamente suggestiva, perché di questo pittore si conoscono solo immagini dell’età matura, come il bell’autoritratto tondo conservato nel Museo Revoltella. Altri indizi farebbero propendere per un’ identificazione con il figlio di Giuseppe Tominz. Innanzitutto, la scelta di raffigurarsi in veste “professionale”, col pennello stretto nella mano destra, corrisponderebbe alla precoce vocazione artistica di Augusto, che già nei primi anni Trenta, appena adolescente, frequentava l’Accademia di Venezia sotto la guida di Politi, Grigoletti e Lipparini. La camicia dalle maniche rigonfie indossata dal giovane, inoltre, rinvia inevitabilmente all’indimenticabile autoritratto del padre (1826) ora alla Narodna Galerija di Lubiana. Anzi, l’evidenza data alla manica, su cui si concentra la luminosità del dipinto, può fare pensare proprio ad un’esercitazione fatta dal giovanissimo Augusto sul modello paterno. Tornato a Trieste verso il 1845, prese gradualmente il posto del padre, la cui fama di ritrattista attorno alla metà del secolo andava declinando, ma si dedicò con passione ancora maggiore alla pittura di storia a cui lo avevano indirizzato i maestri veneziani. Tra il 1858 e il 1859 eseguì su incarico di Pasquale Revoltella alcuni lavori per il suo nuovo palazzo, e, quando questo, alla sua morte, divenne museo, egli fu il primo conservatore. [Masau Dan 2005)