sul retro, sull'intelaiatura in legno, in alto: 1960
I due mitici guerrieri in posizione centrale che sfilano davanti a una folla e a un'ampia scenografia.
Il dipinto, rimasto allo stato di abbozzo, rappresenta i due gemelli Castore e Polluce, figli di Zeus e di Leda, posizionati al centro della scena. Dietro di essi si erge un'imponente statua raffigurante una figura femminile, mentre sui lati destro e sinistro si trovano due gruppi di uomini togati con fasci littori, secondo una disposizione che accentua l'estrema simmetria del quadro. L'impostazione scenica entro la quale si muovono i personaggi, con i Dioscuri che sembrano avanzare declinando lungo una rampa, rende l'idea di un palcoscenico, come se l'opera fosse il bozzetto di un dramma teatrale in costume storico. L'illuminazione proveniente dall'alto, che colpisce in modo preponderante la scultura colossale sullo sfondo, tende a rafforzare, infatti, quest'impressione. L'immagine dei gemelli ricorda vagamente il gruppo marmoreo attribuito agli scultori Critio e Nesiote, ovvero quello dei tirannicidi Armodio e Aristogitone, uccisori del tiranno ateniese Ipparco, una delle opere greche più ammirate e copiate sin dall'antichità. L’artista mescola iconografia greca con quella romana, rappresentata dal corteo di portatori di fasci littori. Il fascino dei miti greco-romani si riverbera nelle opere di Sambo sin dagli anni della formazione trascorsi all'Accademia di Monaco fino al periodo romano (1911-1915), con scene di vestali, di fauni acquattati nel bosco e di amanti in armatura, rimanendo vivo anche nella maturità con dipinti come Pomona, anch'esso presente nella collezione dell'Ateneo udinese (a cura di Matteo Colovatti, 2017).
Cataldi A.T., Edgardo Sambo, Trieste 1999, 1
Edgardo Sambo, Edgardo Sambo, Trieste 1982
Martelli C.H., Artisti triestini del Novecento, Trieste 1979
Firmiani F./ Molesi S., Catalogo della Galleria d'Arte Moderna del Civico Museo Revoltella, Bergamo 1970