in basso a destra: Al mio carissimo/ Bebe/ Savinio/ 1950
Il rapporto di stretta amicizia intercorso tra Alberto Savinio e Sante Astaldi è suggellato da questo dipinto, accompagnato da una dedica personale dell'artista che recita "Al mio carissimo Bebe Savinio 1950", che non è frequente nella produzione dell'artista. Il doppio ritratto è permeato da suggestioni psicoanalitiche, dato che lo studio del doppio fu trattato da un allievo di Freud, Otto Frank: la figura dell'amico è sdoppiata nella parte sensibile e in quella spirituale, immateriale, che esprime l'eternità della sua stessa immagine, staccata dal contingente.
Bergamini G./ Reale I., La Collezione Astaldi Capolavori italiani del Novecento, Milano 1998
Vivarelli P., Alberto Savinio: catalogo generale, Milano 1996
Bergamini G., Da de Chirico a Morandi Capolavori del Novecento dalla collezione Astaldi e dalla Galleria d'arte Moderna di Udine, Milano 1994
Barbero L.M., Alberto Savinio pittore di teatro peintre de théâtre, Milano 1991
Vivarelli P., Alberto Savinio Dipinti 1927-1952, Milano 1991
Bentivoglio M., La Collezione Astaldi, Roma 1971