Gita in gondola, dipinto, Ciardi Guglielmo, XX

Oggetto
dipinto
Soggetto
paesaggio marino con gondola, interno di chiesa
Autore
Ciardi Guglielmo (1842/ 1917)
Cronologia
1800 - 1810
Misure
cm - altezza 20.8, larghezza 35.3
Codice scheda
OA_134761
Collocazione
Gorizia (GO)
Palazzo Coronini Cronberg
Fondazione Palazzo Coronini Cronberg
Iscrizioni

La raffigurazione sul recto presenta una calibrata impaginazione spaziale: il punto di vista è abbassato sull'acqua impregnata di riverberi argenteo-rosati, una cromia riportata sui vaporosi abiti d'epoca delle dame sulla gondola, che si stempera nelle increspature dell'acqua e sull'elegante scalinata che pennette l'accesso alla villa sullo sfondo, contornata da statue, vasi in pietra e fontane zampillanti. Sul verso della tavoletta è invece raffigurato l'interno di una chiesa. Sulla parete della navata laterale sinistra si susseguono le cappelle con altari decorati da statue e pale, illuminati dalle candele. Due donne accompagnate da un bambino ciascuna sono raffigurate di spalle in primo piano a destra e in secondo piano a destra, mentre al centro si scorge una figura seduta che legge.

Piccolo dipinto nel quale emerge uno spiccato gusto impressionistico, con pennellate veloci e brevi (con il supporto che s'intravede in più punti), ravvicinate e spesso sovrapposte, grazie alle quali il pittore riesce a realizzare uno splendido effetto nell'acqua, piena di luce e colori riflessi. Il punto di vista è alto, tanto da offrire spazio esclusivamente all'acqua e alla villa, con qualche concessione solo agli alberi sullo sfondo. Nonostante le dimensioni ridotte di quest'opera, il pittore riesce a tradurre l'ampio respiro del paesaggio lagunare con estrema immediatezza facendo "il grande in piccolo". Questo soggetto era per lui inusuale: era infatti la figlia Emma a prediligere la raffigurazione di paesaggi in cui s'inseriscono scene in costume settecentesco. Guglielmo Ciardi s'iscrisse all'Accademia veneziana di Belle Arti nel 1860 e negli anni successivi recepì in modo particolare la lezione di Domenico Bresolin che dal 1864 dirigeva la ripristinata scuola di paesaggio e con il quale Ciardi imparò a dipingere "en plein air", ritraendo la sua Venezia ma anche la terraferma. Ciardi seppe "reinterpretare le novità italiane più significative in una chiave molto personale, autonoma e riconoscibile. Una reinterpretazione tutta veneziana nella capacità di resa della trasposizione dell'atmosfera lagunare".

BIBLIOGRAFIA

Ferrari Benedetti S., Schede, in Paesaggi e vedute, Gorizia/ Torino 2003