Al confine di epoche e stati: il Castello Formentini di San

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Al confine di epoche e stati: il Castello Formentini di San Floriano del Collio

Il castello Formentini, sebbene fortemente trasformato nei secoli per esigenze di ammodernamento e utilizzo, conserva ancora le sue cinquecentesche architetture e, insieme alle mura e al vasto parco, restituisce al visitatore contemporaneo un’immagine dell’antica San Floriano.

Divenutane proprietaria nella prima metà del XVI secolo, la famiglia Formentini lega il proprio nome al borgo fortificato di San Floriano del Collio dal 1520, come testimoniato da una targa apposta sul lato orientale del maniero: con l’acquisto da parte di Vinciguerra Formentini, il castello assunse la configurazione in parte ancora oggi leggibile nelle architetture del piccolo paese. A partire dalla seconda metà del Settecento, infatti, il castello perse progressivamente il proprio ruolo strategico per divenire a tutti gli effetti una residenza padronale e a quest’epoca si devono ascrivere la demolizione di buona parte delle strutture difensive del maniero, ormai inutili impedimenti per lo sviluppo residenziale dello stesso. 

Subì diversi i cambi di destinazione d’uso nel corso di cinque secoli di storia: da baluardo difensivo - asburgico, veneziano e poi nuovamente asburgico fino allo scoppio della Grande Guerra -, a ospedale da campo e alloggio per ufficiali austriaci nel corso della III Guerra d’Indipendenza in pieno Ottocento, a sede di un battaglione dell’esercito italiano nel 1915.

Il castello tornò ad essere residenza della famiglia dal secondo dopoguerra in poi, quando il conte Michele Formentini provvide a un primo restauro delle strutture danneggiate dai gravi bombardamenti della Prima Guerra Mondiale e dall’incuria dovuta al lungo abbandono. Tali interventi restituirono splendore al maniero e permisero il riutilizzo delle sue strutture. Un secondo restauro, effettuato sul finire degli anni ’70 del secolo scorso e che porta la firma dell’ingegnere lombardo Paolo Caccia Dominioni, coinvolse le due torri dette oggi “della Bora” e “della Tramontana”, testimonianza delle antiche funzioni del castello, ed alcune case del borgo, trasformate in attività ricettiva. In quest’occasione fu riscoperta e ricollocata un’antica fonte del vino, ulteriore documento delle attività che avevano connotato e connotano ancora oggi la vita del borgo

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