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bordo superiore: (croce) Ex aqua et sp(irit)u ren/atus fuerit nisi testante vitam D(omin)o quis non videb/it aeternam mysticum baptismatae sacr/abit veniens XPS (Christus) hoc in Iourdannen/ nitens piorum patuit regnum tegur/ium cernites vibrante marmore sc/ema(te) quod Calisti beati ornabi(t)/ [...]/ quos regat Trinitas vera
Vasca battesimale ottagona, sormontata da un tegurio a colonnine con capitelli di imitazione corinzia e archetti; lungo il bordo superiore corre l'iscrizione che ne ricorda la committenza. Il tegurio è privo del tettuccio di copertura, forse originariamente in legno. Sette degli archetti sono originali e recano bassorilievi figurati e ornamentali; l'ottavo, spurio, reca un'iscrizione che ricorda il trasferimento del monumento all'interno del Duomo intorno al 1645. All'interno degli archetti corre una scanalatura, evidentemente per l'appoggio della copertura. Alcune lastre dello zoccolo sono spurie.
Il fonte fu rimaneggiato e restaurato nel XV secolo, in occasione del trasferimento dal primo al secondo edificio dedicato a S. Giovanni. L'ottavo archetto, spurio, del tegurio reca un'iscrizione commemorante la collocazione del fonte nella chiesa di S. Maria Assunta nel 1645. Due delle lastre del parapetto (cdd. "pluteo di Sigualdo" e "pluteo di S. Paolino"), benché non pertinenti, sono pressoché coeve al fonte battesimale (vd. ID 15766-15767). L'epiteto "beati" che accompagna il nome di Callisto nell'iscrizione che sovrasta gli archetti potrebbe indicare che il Patriarca era morto prima del completamento dei lavori da lui commissionati ("ecclesiam et baptisterium sancti Ioannis atque palatium patriarchale").
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