fronte: ic iacet agi= / tator Urb= / icus, quis dic= / ibatur Rom= / ulus, qui bix= / it an(nos) XXIII, m(enses) V, d(ies) / X. perit idus / octobris
Lastra quadrangolare in marmo con iscrizione.
Traduzione: "Qui giace l’auriga (agitator) Urbicus, chiamato Romulus, che visse ventitré anni, cinque mesi, dieci giorni; è morto alle idi di ottobre (15 ottobre)". Si tratta di un epitaffio posto a Urbicus, un auriga soprannominato Romulus, morto a ventitré anni. Va ricordato che erano detti agitatores gli aurighi dei ludi circensi. Dubbi sussistono ancora sul carattere cristiano della lapide (Sotinel 2005). L'iscrizione tiene conto della frattura visibile sul lato destro che, dunque, poteva forse esistere già prima dell'incisione del testo. E' tuttavia anche possibile che nella parte oggi perduta fosse presente qualche elemento figurativo di cui oggi non rimane traccia. Il ductus è piuttosto regolare; le A sono rese con la traversa obliqua. Da notare: alla prima riga "ic" al posto di "hic"; alla terza riga "quis" sta per "qui"; alle righe 3 e 4 "dicibatur" sta per "dicebatur"; alle righe 5-6 "bixit" sta per "vixit"; alla settima riga "perit" sta per "periit" e "idus" è un errore del lapicida per "idibus".
Vergone G., Le epigrafi lapidarie del Museo Paleocristiano di Monastero (Aquileia), Trieste 2007
Sotinel C., Identité civique et christianisme. Aquilée du IIIe au VIe siècle, Roma 2005
Cuscito G., Giochi e spettacoli nel pensiero dei padri della chiesa, in Antichità Altoadriatiche, 1994, 41
Brusin J.B., Inscriptiones Aquileiae, Udine 1991-1993, 3
Tavano S., Aquileia e Grado. Storia-Arte-Cultura, Trieste 1986
Mazzoleni D., L'epigrafia cristiana ad Aquileia nel IV secolo, in Antichità Altoadriatiche, 1982, 22
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