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fronte: accepit requiem post septuaginta non minus annos / nulli numqua nocuit, sinceriter semper amavit amicos. / thalamo suscepit Stratonicenem coniuge iuncta. / o prava genesis, primum qui tulisti maritum, / nihil pulchrius fuerat quam coniuge in ante misisset, / iuncta quem possedit XXXV vel amplius annos / ut lacrimae mini.mae per genitoris vita fuissent. / si scire vis, lector, qui pausat., ca[pita v]ersorum require. / d(epositus) in pace XVII kal(endas) nov(embres) N[epot(iano) e]t / Fac(undo) cons(ulibu)s
Lastra parallelepipeda in marmo con iscrizione.
Traduzione: "Ha avuto riposo dopo non meno di settant’anni; non ha mai fatto male ad alcuno, ha sempre amato sinceramente gli amici, ha accolto nella propria dimora Stratonice, come moglie unita in matrimonio. O crudele sorte, che hai portato via prima il marito. Nulla di più bello sarebbe stato se il marito avesse lasciato andare prima la moglie, che egli ebbe come sposa per trentacinque o più anni, cosicché per la vita del padre di famiglia non si sarebbero versate lacrime. Se vuoi sapere, lettore, chi riposa, cerca l’inizio dei versi. Morto in pace diciassette giorni prima delle calende di novembre (16 ottobre), durante il consolato di Nepoziano e di Facondo (336)". Si tratta di un epitaffio scritto in esametri, dedicato dalla moglie Stratonice al marito Antonius, morto settantenne dopo trentacinque anni di matrimonio, durante il consolato di Nepoziano e di Facondo (336). È la più antica iscrizione cristiana sicuramente datata di Aquileia. Il ductus delle lettere è irregolare. Da notare: alla seconda riga "numqua" per "numquam"; alla terza "coniuge iuncta" sta per "coniugem iunctam"; alla quarta riga "qui" sta per "quae"; alla quinta "coniuge" per "coniugem"; alla sesta riga "iuncta" sta per "iunctam" e "quem" sta per "quam"; alla settima "per genitoris vita" è al posto di "pro genitoris vita".
Vergone G., Le epigrafi lapidarie del Museo Paleocristiano di Monastero (Aquileia), Trieste 2007
Brusin J.B., Inscriptiones Aquileiae, Udine 1991-1993, 3