stele/ votiva, con iscrizione, ambito aquileiese, II d.C.

Stele pseudoarchitettonica in calcare di Aurisina, conservata in più frammenti. La struttura architettonica presenta una trabeazione con cornice superiore modanata, fascia liscia iscritta e cornice inferiore a quattro modanature, sostenuta ai lati da due pilastri con capitello corinzio, fusto liscio e base modanata. Lo spazio interno, lievemente ribassato, è occupato dalla scena figurata, delimitata inferiormente da una fascia di base liscia.

Della scena principale resta leggibile la parte inferiore sinistra con la ricurva coda del toro sollevata verso l’alto e desinente in spighe di grano; inoltre si conservano la gamba destra di Mitra che appoggia il piede, vestito di calzare, sulla zampa posteriore destra del toro e lo scorpione nell’atto di attaccare con le chele i testicoli dell’animale. In alto a sinistra si nota un lembo del mantello svolazzante del dio, sul quale è appoggiato un corvo rivolto di profilo a destra. Infine, in alto a destra, si scorgono degli elementi a rilievo a rendere la parete rocciosa della grotta. L'intero schema iconografico è stato ricostruito sulla base di confronti da Gabriella Pross Gabrielli: il toro è raffigurato di fianco con il capo girato verso destra e con le zampe anteriori ripiegate; sulla sua schiena preme il suo ginocchio destro il dio Mitra, che con il braccio sinistro tira all'indietro la testa dell'animale e con quello destro impugna un coltello dalla lama triangolare. Al di sotto del toro, a destra dello scorpione, striscia un serpente.