STRUTTURA DI FORTIFICAZIONE, età comunale, sec. XIV d.C.

Oggetto
STRUTTURA DI FORTIFICAZIONE - cinta fortificativa
Denominazione
tratto di cortina muraria presso il bastione Rotondo
Localizzazione
Trieste (TS) Centro Antico
Cronologia
sec. XIV d.C.
Ambito Culturale
età comunale
Codice scheda
SI_249

La struttura, ad andamento rettilineo, con ispessimenti e rinforzi, è realizzata con l'impiego esclusivo di arenaria in conci di piccole dimensioni disposti su filari orizzontali, legati con malta. E' tagliata dal percorso di via Capitolina e dallo scasso con successiva ricostruzione conseguenti alla realizzazione del bastione Rotondo del castello di S. Giusto.

Essendo tagliata dal bastione Rotondo (ideato nel 1508- 1509, durante l’occupazione veneziana sulla base di un progetto che prevedeva l’erezione di tre torri rotonde unite tra loro da cortine murarie, ultimato tra il 1577 e il 1579), la cortina è sicuramente pre-cinquecentesca. La tecnica di costruzione e la posizione topografica permettono di sostenere un'ipotesi di inquadramento cronologico al Trecento. Si tratta dell'unico tratto superstite delle mura medievali della città. Di seguito viene quindi delineato perimetro del nucleo fortificato cittadino trecentesco. Questo può essere ricostruito con sufficiente attendibilità sulla base di diversi elementi: le fabbriche difensive sopravvissute e ancora operanti nel contesto urbano; le strutture identificate durante scavi archeologici o legati a cantieri edili; le riproduzioni cartografiche di XVIII-XIX secolo documentanti particolari situazioni del contesto edificato del Centro Storico. La pianta allegata del Centro Storico di Trieste riporta tutte le situazioni di seguito decritte; per la denominazione degli spazi infrastrutturali si fa riferimento all’allegata pianta del 1852. Sulla sommità del colle, il castello di S. Giusto (vd. schede SI 256-257), nel suo assetto attuale, ha cancellato buona parte delle preesistenze connesse al sistema difensivo bassomedievale. Dal bastione Rotondo del castello le mura si estendevano in linea retta sino a toccare la torre Cucherna (vd. scheda SI 248), per raggiungere quindi la torre-porta Donota (vd. scheda SI 247). Forse utilizzando un tratto della cavea del Teatro Romano, si collegavano alla porta e torre di Riborgo –demolite rispettivamente nel 1784 e poco dopo il 1853-1854- (SCUSSA 1863, pp. 93, 168; GENERINI 1884, p. 302; TRIBEL 1884, p. 23; SERI 1985, p. 11). Il seguente sviluppo deve essere cercato nei complessi architettonici compresi tra via delle Beccherie, piazza della Borsa, il Corso. Qui, la via di Tor Bandena è una chiara attestazione toponomastica (RUARO LOSERI 1983, p. 34); in corrispondenza del sottopasso della Portizza e della via del Ponte, il canale cd. Piccolo o del Vino, completamente interrato agli inizi dell’Ottocento, raggiungeva le mura per servire la retrostante area di mercato di piazza Vecchia (CRATEY 1808, pp. 31, 217, 221-22; GENERINI 1884, pp. 115, 290-291; TRIBEL 1884, pp. 46-47; SERI 1985, p. 19). Presso Capo di Piazza (sulla torre Malcanton che si trovava in questa zona vd. CAVALLI 1910, pp. 108-110) le mura piegavano verso il mare, comprendevano due lati della chiesa di S. Pietro risalente al 1368 (BUTTAZZONI 1872-75, p. 85) e sono state individuate nei contesti fondali di casa Stratti (SCARPA 1972), collegate ad una torre, probabilmente identificabile con la torre della Beccheria. Nella zona di piazza Grande le mura si distendevano parallelamente alla linea di costa, attraverso la porta del Porto e torre dell’Orologio (sopravvissuta sino al 1838) e la torre Fradella (AGAPITO 1823, pp. 22-24; SCUSSA 1863, p. 181. La sequenza delle torri della Beccheria, dell’Orologio e Fradella campeggia in primo piano nell’affresco del Maestro di S. Giusto raffigurante il Santo Patrono con in braccio il modello della città, datato agli anni settanta del XIV secolo (COZZI 2005, con bibliografia precedente). La torre dell’Orologio, affiancata dalla Locanda Grande (che probabilmente inglobava o si appoggiava alla torre Fradella) e dalle Carceri Civili, è riprodotta in diverse piante dell’Ottocento: CELLI et al. 1979, Figg. 12, 18, 20, 21, 25, 26, 27). Lo sviluppo seguente del percorso litoraneo deve essere individuato nell’allineamento degli edifici compresi tra via del Casino di Sanità e via della Pescheria. Lungo questo tratto era situata la torre Tiepolo (CRATEY 1808, p. 263; CAVALLI 1910, p. 243). Nel 1879, durante gli scavi delle fondamenta dell’edificio n. 500-575 di via del Casino di Sanità “ebbero a rinvenirsi i resti di un antico castello” (GENERINI 1884, p. 309; vd. inoltre RUARO LOSERI 1983, p. 27). In corrispondenza di via Porporella si trovava la torre-porta della Pescheria, detta anche portizza di Cavana, probabilmente servita da un canale navigabile (TRIBEL 1884, pp. 298-299; SERI 1985, pp. 13, 14). Il percorso complessivo delle mura dal bastione Rotondo sino alla portizza di Cavana è ben descritto nella Veduta di Trieste al tempo dello Imperatore Carlo VI, in KANDLER Cartolare, pp. 297-299, Tav. LXXV. Le mura piegavano quindi ad angolo retto (si consideri la base planimetrica dell’isolato compreso tra le vie del Lazzaretto, del Fontanone, del Fortino, dei Fornelli, della Porporella (il toponimo via del Fortino ricorda una fortificazione risalente al XVII secolo e demolita attorno al 1740: TRIBEL 1884, p. 302) per raggiungere la torre-porta di Cavana, parzialmente demolita nel 1778 e recentemente individuata durante lavori di restauro delle fabbriche residenziali dell’area (SCUSSA 1863, p. 134; GENERINI 1884, p. 141; TRIBEL 1884, p. 298; SERI 1985, pp. 13, 14. La struttura è indicata sotto la denominazione di “Capuciner Thor” nella pianta Barba Can, 1768, autore: ignoto, BCTs., n. ingr. 139836); da qui iniziavano ad ascendere lungo le pendici del colle, seguendo il percorso di via delle Mura, dove si trova lo torre “Rampana” (vd. scheda SI 258). Presso piazza Barbacan e via del Trionfo la cartografia storica della città riproduce una marcata rientranza della cinta muraria. Probabilmente in questo punto era collocata la porta-torre di S. Michele: nelle piante allegate a CAPRIN 1897 e CAVALLI 1910 la porta di S. Michele è sempre collocata presso piazza Barbacan. Nel suo proseguimento il sistema difensivo assumeva funzione di sostegno di via della Cattedrale (CRATEY 1808, pp. 41-43, 176-177; GENERINI 1884, pp. 116, 129, 130, 271; TRIBEL 1884, pp. 17-18. Il muro di sostegno di via della Cattedrale è descritto come “antiche mura della città” nel Piano della strada pedestre dalla chiesa di S. Maria Maggiore alla Cattedrale di S. Giusto indicante il progetto di lastricarla, 1827, autore: Ferrari, ADBCTs., 4L1, 145) e raggiungeva la vetta del colle di S. Giusto cingendo la chiesa di S. Michele del Carnale e la Cattedrale di S. Giusto (vd. schede SI 262-263). In STICOTTI 1934 si da notizia dell’abbattimento, nell’estate del 1934, “di un muro di cinta accanto al fianco del Battistero, il quale così fu messo a nudo con la sua abside, verso la via S. Giusto allargata”. Altri lavori di demolizione di muri di cinta erano stati effettuati nel 1805 tra la Cattedrale e il castello di S. Giusto (MAINATI 1817, Tomo V, pp. 208-211; GENERINI 1884, pp. 187-188).). Il cosiddetto Giardino del Capitano, compreso tra l’ultimo tratto di via della Cattedrale, via Tor S. Lorenzo, via S. Giusto è stato interpretato, senza solide basi, come un ampliamento delle mura del Trecento operato da Federico III attorno al 1470 (vd. scheda SI 259).

BIBLIOGRAFIA

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