INSEDIAMENTO, cultura dei castellieri friulani

Oggetto
INSEDIAMENTO - castelliere
Denominazione
COD 12 - Castelliere di Codroipo
Localizzazione
Codroipo (UD) La Gradiscje
Cronologia
età del Bronzo recente - inizio della prima età del Ferro
Ambito Culturale
cultura dei castellieri friulani
Indagini di scavo
Comune di Codroipo, Soprintendenza per i Beni archeologici del Friuli Venezia Giulia, Centro regionale di Catalogazione e Restauro dei Beni culturali del FVG - 2004/00/00-2009/00/00; 2011/00/00-2014/00/00
Codice scheda
SI_512

Il sito è collocato immediatamente a sud del capoluogo comunale, in un terreno compreso tra il Parco Regionale delle Risorgive ed il campo sportivo. Il terreno, di forma romboidale, con due lati di circa 100 metri e due lati di circa 150 metri, è localizzato in zona di risorgive, su un modesto dosso di forma romboidale modellato dall’erosione. Il dosso conserva ancora nel rilievo dei margini rispetto all’area interna traccia dei paleoalvei da cui ebbe origine, sui quali almeno sul lato orientale si impostò un terrapieno difensivo. Le prime segnalazioni di affioramenti di materiali romani, ad opera di don Vito Zoratti, si datano dal 1964, da lui interpretati come pertinenti ad un insediamento con presenza, presso il margine meridionale del sito, di “lastre tombali” in laterizio, cioè di tegoloni considerati di pertinenza funeraria. L’analisi dei materiali di età romana di superficie (ceramica fine e comune da mensa, anforacei, laterizi, ferri agricoli e monete) condotta da T. Cividini (1996, pp. 39-47) attesta una frequentazione dell’area a fini di sfruttamento agrario e forse residenziale a partire dal I sec. d.C. fino al tardo antico. La prima segnalazione di materiali protostorici fu effettuata nel 1983 dal sig. Tullio Bruno, che vi raccolse frammenti ceramici. In base alla morfologia del terreno e ai materiali rinvenuti fu possibile a Serena Vitri classificare il sito tra i “castellieri friulani di pianura” cinti da fossato e terrapieno ed individuarne nel BR e nel BF3-I Fe le fasi di principale occupazione. Negli anni successivi e fino al 1996 diversi volontari nel frattempo confluiti nella Società Friulana di Archeologia vi compirono quasi regolari ricognizioni di superficie, recuperando abbondante materiale protostorico, prevalentemente ceramico con alcuni reperti metallici. Tra questi si segnala in particolare un coltello tipo Bismantova (X-IX sec. a.C.). Dal 2002 il sito, in passato diviso tra cinque proprietari uno dei quali lo aveva riunito in un’unica proprietà ed adibito a seminativo, non è più sottoposto a coltivazione. Dal 2004 vengono condotte annualmente nell’abitato protostorico regolari campagne di scavo stratigrafico, in regime di concessione ministeriale, organizzate dal Civico Museo Archeologico di Codroipo in collaborazione con il Centro Regionale di Catalogazione e Restauro dei Beni Culturali. Un primo decorticamento esplorativo, condotto su una larghezza di 2 m lungo una trincea trasversale E-O di 145 m (Trincea A 2004), dimostrò la conservazione di lembi di stratificazioni protostoriche in piano solo in due fasce larghe 15-20 m lungo la pendice interna dei rilievi laterali, in corrispondenza dei quali sono stati quindi aperti due saggi alle due estremità opposte della trincea A (ad Est la Trincea C, di 20x13 m, e ad Ovest la Trincea A Settore 2, di 12x4 m). Sul solo lato orientale del sito sono state riconosciute, al di sopra del dosso marginale, le tracce di un terrapieno difensivo: la struttura, di cui si sono ottenute due sezioni parallele, una nella Trincea A 2004 ed una nella Trincea D, aperta 60 m circa più a N, presenta almeno tre fasi principali: nella prima il terrapieno, interamente in limo, è impostato sulla fascia marginale del dosso erosivo, con una larghezza di circa 8-10 m; nelle due fasi successive la struttura viene ampliata, inglobando la scarpata periferica del sito, con cassoni e falde oblique alternate di terra e ghiaia; ai successivi ampliamenti verso l’esterno, corrisponde un sostanziale mantenimento del limite interno, coincidente con un piccolo fossato di scolo a sua volta periodicamente riescavato e ristrutturato. Sulla base degli scarsissimi materiali rinvenuti e delle possibili correlazioni stratigrafiche con i riempimenti del fossato interno, la prima fase è databile al BR1 (fine XIV-XIII sec. a.C.), le fasi di ristrutturazione successive vanno inquadrate tra il BR2 avanzato (prima metà XII sec. a.C.) e il tardo BF (X sec. a.C.). Sul margine occidentale del sito non sono state riconosciute tracce di un terrapieno, mentre è presente alla pendice del dosso marginale il fossato interno. Nell’area adiacente al fossato, in entrambe le trincee, al di sotto di un livello di rielaborazione degli strati protostorici più tardi e di tracce di utilizzo agrario dell’area in età romana, sono state messe in luce sequenze parzialmente correlabili di piani d’uso caratterizzati da scarichi di frammenti ceramici e da distribuzioni di buche di palo, alternati a riporti terrosi e fasi di rielaborazione. Sono state quindi definite 10 fasi stratigrafiche nella Trincea A settore 2 e 4 nella Trincea C, nel loro insieme riconducibili sulla base dei materiali rinvenuti a 5 principali momenti cronologico-culturali che scandiscono con una particolare precisione la produzione ceramica del medio Friuli tra il BR1 e il BF1, fornendo importanti associazioni stratigrafiche tra le corrispondenti evoluzioni dell’area veneta e delle fasi iniziale e antica dei Campi d’Urne mediodanubiani. Solo nella Trincea C, l’ampiezza dell’area indagata ha permesso di riconoscere nella distribuzione delle buche di palo alcune strutture rettangolari con un lato corto absidato (5,5x4,4 m). I resti di fauna documentano l'allevamento di ovini, caprini e suini. La numerosità delle fusaiole (supporti di terracotta per il fuso durante la filatura) attesta l’importanza della lavorazione delle fibre in tutte le fasi di vita dell’abitato. La documentazione relativamente abbondante di manufatti in bronzo (parti di panelle di lega di rame e frammenti di armi, ornamenti e utensili), inquadrabili prevalentemente tra il tardo BR e il BF1, attesta la buona disponibilità in questo periodo di tale materia prima.

Castelliere di pianura di epoca protostorica. L’aggere è conservato su un solo lato e per una modesta altezza. I lembi residui di stratigrafia antropica, risparmiati dalle abrasioni agrarie storiche e contemporanee, documentano in modo pressoché continuativo il periodo compreso tra il BR1 e il BF1 (fine XIV sec.-fine XII sec. a.C.), con la possibilità di delineare sulla base della tipologia e delle associazioni dei materiali ceramici 5 momenti successivi: Codroipo 1: BR1 (prevalenza di vasi a orlo non distinto); Codroipo 2: BR2 non avanzato (vasi con orlo a tesa internamente ispessito); Codroipo 3: BR2 avanzato (diffusione sistematica tazze lenticolari, vasi con orlo a tesa internamente non ispessito, decorazione a costolature oblique e orli a doppio spigolo); Codroipo 4: BR2 avanzato – passaggio BF1 (vasi a brevissima tesa obliqua, decorazione a costolature oblique, progressiva diminuzione degli orli a doppio spigolo); Codroipo 5: Codroipo BF1 (olle ovoidi e scodelloni troncoconici a brevissima tesa obliqua, generalizzazione delle scodelle a orlo rientrante). Le successive fasi di occupazione protostorica nel BF2 e nel BF3-I Ferro (XI-IX sec. a.C.) sono documentate esclusivamente dai materiali provenienti dai livelli rielaborati e dall’arativo. I reperti, che documentano importanti legami con le culture coeve i area padano-veneta e medio danubiana, sono esposti nel Civico Museo Archeologico di Codroipo. Una ripresa di frequentazione nel sito è attestata in età romana, con funzione verosimilmente agraria con forse piccole strutture residenziali, tra il I sec. d.C. e l'età tardoantica.

BIBLIOGRAFIA

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