TRACCE DI FREQUENTAZIONE, Mesolitico

Oggetto
TRACCE DI FREQUENTAZIONE - stazione preistorica
Denominazione
Grotta della Tartaruga
Localizzazione
Sgonico (TS) Borgo Grotta Gigante
Cronologia
Mesolitico - Età del Bronzo
Ambito Culturale
Mesolitico, Gruppo dei Vasi a Coppa, periodo protostorico
Indagini di scavo
Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli-Venezia Giulia - 1962/00/00-1967/00/00
Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli-Venezia Giulia - 1967/00/00-1968/00/00
Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia - 1968/00/00
Università degli Studi di Trieste - 1971/00/00-1972/00/00
Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli-Venezia Giulia, Università di Pisa - 1967/00/00-1968/00/00
Codice scheda
SI_726

La grotta della Tartaruga (n. 4530 del Catasto Venezia Giulia), è situata nei pressi di Borgo Grotta Gigante (comune di Sgonico). Venne scoperta nel 1962, completamente ostruita da materiali di riempimento. Dopo essere stata resa agibile, presentava le seguenti stratigrafie: 1) Terreno bruno nerastro con pietrisco abbondante e grandi blocchi, probabilmente provenienti dalla frana della volta; spessore di circa 230 cm, contenente resti dell’età dei metalli e del neolitico. La formazione venne suddivisa in 7 tagli. 2) Terreno bruno scuro con scarso pietrisco, più abbondante solo nella parte inferiore e con spessore di circa 100 cm, con resti di fauna e industria mesolitica. La formazione fu suddivisa in 13 tagli. 3) Terreno argilloso rossastro, con intercalate grosse pietre, scrutato per circa cm 160. Materiali ceramici e litici provengono dalla formazione di terreno bruno-nerastro (CREMONESI 1967). La ceramica è molto abbondante nel taglio 7, dove la forma più comune è la coppa su piede cavo. Sebbene in percentuale varia, l’industria litica è presente in ogni livello. Gli strumenti ed i manufatti non ritoccati sono ricavati sia da schegge che da lame, anche di dimensioni notevoli, in selce prevalentemente locale; fra gli strumenti compaiono alcune punte di freccia. Sono state trovate anche alcune asce-scalpello, provenienti dal taglio 7. Negli strati neolitici, oltre ai recipienti profondi a pareti convesse e bocca ristretta con orlo semplice, talora con decorazione incisa anche complessa e con tacche sull'orlo, sono stati trovati: numerose scodelle, prevalentemente a profilo emisferico e, in alcuni casi, con decorazione incisa complessa; una grande scodella carenata su alto piede; un cucchiaio con corto manico ricurvo. Da questi livelli, corrispondenti alla formazione D (CANNARELLA, REDIVO 1978-81), provengono anche i resti umani. Nel livello C troviamo recipienti apparentemente profondi a pareti rientranti, in un caso con doppia sequenza lineare di impressioni tondeggianti sotto l'orlo, in un altro caso con cordone impresso a breve distanza dall'orlo; da questo livello provengono anche una lametta in ossidiana e diversi manufatti in osso. Le formazioni C e B coprono un orizzonte cronologico che va dall’Eneolitico all’età del Bronzo. Nei livelli sottostanti quelli a ceramica, l’industria litica è caratterizzata - nella parte inferiore del riempimento - da un elevato numero di grattatoi (per lo più corti), da punte a dorso, da alcuni triangoli e segmenti di cerchio. Nella parte alta sono molto numerosi i trapezi, fanno la loro comparsa anche alcuni romboidi. Le analisi tipologiche dei materiali attribuiscono i livelli a ceramica della Grotta della Tartaruga al Neolitico (Taglio 7), all’Eneolitico (Taglio 6) e all’età del bronzo (Tagli 5-2), mentre sembra essere assente la fase più recente L’intera sequenza mesolitica è rappresentata e qui, come nella grotta Azzurra, il deposito mesolitico giace direttamente su formazioni ad argilla rossa intercalata a grosse pietre, completamente sterili di industrie.

Dallo scavo della Grotta della Tartaruga non sono emersi reperti successivi all’età del Bronzo: mancano comunque tracce delle fasi recenti del Bronzo, non essendovi traccia della ceramica tipica della corrispondente fase dei castellieri. Sono presenti alcune forme che farebbero propendere per una datazione generica tra l’Eneolitico e il Bronzo antico, come i recipienti apparentemente profondi a pareti rientranti, in un caso con doppia sequenza lineare di impressioni tondeggianti sotto l'orlo. Assente risulta essere invece la decorazione a Besenstrich. È comunque il suo deposito neolitico, comprendente un numero molto elevato di recipienti profondi a pareti convesse e bocca ristretta, decorati e non decorati, che trovano riscontri in altre grotte del Carso triestino. Interessante è il fatto che non sembrano esservi elementi direttamente riconoscibili come non locali (CANNARELLA, REDIVO 1978-1981). Per quanto riguarda i livelli mesolitici, pur tenendo in conto la probabile perdita di una parte consistente del materiale di minime dimensioni, risulta confermata la distinzione in due orizzonti: uno, superiore, caratterizzato dai geometrici trapezoidali e uno, inferiore, da dorsi e triangoli. Come nella grotta Azzura, anche qui l’incremento dei microbulini in concomitanza con l’insorgere dell’orizzonte a trapezi si accompagna ad una netta crescita della raccolta di molluschi. Vista comunque la scarsità di resti di pesci, in tutti i tagli, tenendo invece presente il gran numero di schegge ossee appartenenti a grandi mammiferi, si può ritenere che l’attività della pesca abbia sempre avuto un ruolo secondario rispetto alla caccia, ancora in posizione preminente tra le attività umane (CREMONESI 1984).

BIBLIOGRAFIA

Cremonesi G., I livelli mesolitici della grotta Tartaruga., in "Il Mesolitico sul Carso triestino" - Atti della Società per la preistoria e la protostoria della regione Friuli - Venezia Giulia, Trieste 1984

Cremonesi G., I livelli mesolitici della grotta Tartaruga., in "Il Mesolitico sul Carso triestino" - Atti della Società per la preistoria e la protostoria della regione Friuli - Venezia Giulia, Trieste 1984

Cannarella D./ Redivo B., La grotta della Tartaruga. Livelli a ceramica. Nota preliminare., in Atti della Società per la Preistoria e Protostoria della Regione Friuli-Venezia Giulia, Trieste 1978-1981, VI