Noi usiamo i cookies
Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Le informazioni raccolte attraverso i cookies di tracciamento e performance non identificano alcun visitatore individuale. Se vuoi aiutarci a garantire un servizio migliore premi il pulsante [Accetta], altrimenti scegli [Rifiuta]. Per maggiori informazioni leggi l'informativa estesa sull'uso dei cookie.
I primi scavi, condotti sotto la direzione di Enrico Maionica, portarono all'individuazione di alcuni resti di carattere funerario e di due tratti di strada che correvano parallelamente al corso del Natissa. Essi sono segnati in una pianta conservata al Museo archeologico Nazionale di Aquileia. Il tratto più settentrionale, messo in luce un centinaio di metri a sud della cd. "Boschetta" (piccolo rialzo naturale alberato), era lungo circa 600 m; quello a sud fu rilevato nella fascia compresa fra i due casali, per una lunghezza di 350 m circa. Dalla legenda del rilievo di scavo che elenca le scoperte effettuate nel 1888 apprendiamo che la strada, nel tratto meridionale, fu individuata ad una profondità di 50 cm dal piano di campagna e che era costruita in ghiaia ed aveva uno spessore di 20 cm. L'evidenza fu intercettata anche dai lavori di sistemazione dell'arginatura del Natissa e di livellamento del terreno eseguiti nel 1973. Nel 1995, in occasione delle prospezioni svolte nell'ambito del Progetto S.A.R.A., fu osservata in superficie, a seguito delle arature, una fascia continua di ciottoli che segnalava l'antico percorso viario.
I tratti stradali si riferiscono ad un importante percorso che aveva inizio subito fuori Aquileia a ovest (tratto noto come "cd. Via Annia") e poi piegava in direzione sud, passando per le località Dorida e Bacchina e costeggiando la sponda occidentale del fiume ora denominato Natissa; esso doveva giungere fino alla foce antica del corso d'acqua in corrispondenza dell'attuale Morgo (Laguna di Grado), dopo aver toccato l'odierna isola di Montaron. Il tracciato, che costituiva una delle principali vie di collegamento tra la città e il mare, sembra risalire all'epoca repubblicana, come indica la presenza, lungo il suo percorso, di un edificio di culto eretto già alla fine del II - inizi del I sec. a.C. (SI 792) e di una necropoli su di esso gravitante (SI 787), le cui prime testimonianze di tipo epigrafico si datano ai decenni iniziali del I sec. a.C. In epoca medio e tardo-imperiale dovette verosimilmente perdere di importanza a favore di un altro asse di comunicazione con la costa, quello della Beligna, che correva più ad est; tuttavia, potrebbe essere ancora stato utilizzato nel IV-V secolo, visto che sono noti nella zona interventi di drenaggio volti a frenarne il dissesto idrogeologico (SI 790).
Oriolo F., Prime esplorazioni e ricerche nel suburbio di Aquileia. L'area nel comparto sud-occidentale tra Bacchina e Panigai, in Studia archaeologica Monika Verzár Bass dicata, Trieste 2015
Reusser C., Gräberstrassen in Aquileia, in Römische Gräberstraßen. Selbstdarstellung, Status, Standard. Kolloquium in München vom 28.- 30. Oktober 1985, München 1985
Gregorutti C., L'antico Timavo e le vie Gemina e Postumia, in Archeografo Triestino, Trieste 1891, 17