INSEDIAMENTO ABITATIVO, periodo romano, secc. I a.C.-IV d.C.

Oggetto
INSEDIAMENTO ABITATIVO - villa
Denominazione
villa del Randaccio
Localizzazione
Duino Aurisina (TS) San Giovanni
Cronologia
secc. I a.C.-IV d.C.
Ambito Culturale
periodo romano
Codice scheda
SI_860

Il sito è identificabile con una villa su terrazze di alto livello esecutivo, realizzata lungo il pendìo carsico e con gli ambienti parzialmente incassati nella roccia. Della villa, su tre livelli ed orientamento NO-SE, sono stati identificati 40 ambienti realizzati in conci calcarei legati da malta. Gli ambienti a S dovevano affacciarsi su un porticato aperto su uno spazio esterno. Si distingue un settore rustico, con piccoli vani pavimentati in cementizio a base fittile (si riporta la presenza di un dolio interrato), che si deve attribuire alla prima fase di età repubblicana (inizi I sec. a. C.). Un'importante fase di rinnovamento si colloca in età augustea, quando i vani vennero pavimentati con mosaici a tessere bianche e nere, a formare motivi geometrici (a crocette, a mura merlate, a stelle di losanghe), successivamente in parte modificati (fine I sec. - inizi II sec. d. C.). Ad una terza fase si attribuisce l'aggiunta di altri vani nel lato O del complesso, caratterizzati anche da elementi collegabili ad un sistema di riscaldamento, ed un vano con sospensurae. In alcuni ambienti del lato S si rileva la presenza di vasche a forma di ferro di cavallo, prive di rivestimento in cemento idraulico. Dal sito provengono numerosi materiali: vetro, ceramica a vernice nera, sigillata africana A, sigillata nord-italica (forme Goudineau 38-39), sigillata orientale B (forme Hayes 60 e 63), ceramica megarese, anfore italiche (Lamboglia 2 e Dressel 6) e frammenti di laterizi con bollo L(UCI) ABUD(I) RUF(I) SICULEIAN(I) T(ITI) R(EGI) DIAD(UMENIANI) L(UCI) MINUC(I) PUDENTIS.

Il complesso è identificabile come una villa residenziale con annesso settore produttivo, che probabilmente assolvette anche alla funzione di mansio. Si può ipotizzare, infatti, che gli ambienti del livello superiore - gravitanti sulla strada - fossero destinati a stazione di sosta e ristoro. In base all'analisi dei materiali e delle strutture sono state identificate 4 fasi. Ad una prima fase repubblicana (I sec. a. C., in base ai ritrovamenti ceramici: ceramica a vernice nera, megarese, anfore Lamboglia 2), cui si riferisce una serie di ambienti caratterizzati da pavimenti in cementizio a base fittile, segue una fase di rinnovamento databile ad età augustea, quando i vani di rappresentanza del settore meridionale, aperti su un porticato affacciato su una corte aperta, furono pavimentati con mosaici in tessere bianche e nere a motivi geometrici. Questi verranno poi modificati in seguito (fine I sec. - inizi II sec. d. C.). Ad una terza fase si attribuisce l'ampliamento del settore O; allo stesso periodo si riferisce la presenza di ceramica a pareti sottili, sigillata italica (Goudineau 38 e 39) e orientale (ES B Hayes 60 e 63), vetri. Le anfore sono rappresentate principalmente da Dressel 6; inoltre, sono attestati diversi bolli laterizi, fra cui L(UCI) ABUD(I) RUF(I) SICULEIAN(I), T(ITI) R(EGI) DIAD(UMENIANI), L(UCI) MINUC(I) PUDENTIS. Sebbene alcuni vani risultino in disuso già nel II d.C. (come indica la presenza di sigillata africana A negli strati di distruzione), è possibile ricondurre alla metà del III sec. d.C. alcuni pavimenti a cubetti. Il complesso venne riconvertito in epoca tarda a fini produttivi, con la realizzazione di alcune vasche negli ambienti del settore S ed un focolare. L'edificio rimase in uso ancora fino a epoca costantiniana, termine cui rimanda un ritrovamento monetale.

BIBLIOGRAFIA

Auriemma R./ Degrassi V./ Donat P./ Gaddi D./ Mauro S./ Oriolo F./ Riccobono D., Terre di mare: paesaggi costieri dal Timavo alla penisola muggesana, in Terre di mare. L'archeologia dei paesaggi costieri e le variazioni climatiche, Atti del Convegno Internazionale di Studi (Trieste, 8-10 novembre 2007), Trieste - Pirano 2008

Degrassi A./ Ventura P., Le ville del "Lacus Timavi", in Tempus edax rerum, "Il tempo che divora ogni cosa" (Ovidio, Metamorfosi, 15, 234). Roma e il Timavo. Appunti di ricerca, Duino Aurisina 2001