AREA AD USO FUNERARIO, periodo romano, secc. I-II d.C.

Alcuni anni fa in tutta l’isola di Gorgo vennero effettuati da parte di Dario Gaddi alcuni sopralluoghi che seguivano un percorso dettato dalla consuetudine della frequentazione dei luoghi e dall'accessibilità degli stessi. Lungo la costa sud, dopo un tratto privo di evidenze archeologiche, lo studioso osservò una lunga striscia di sabbia cosparsa di materiali archeologici: tra questi, assieme a frammenti ceramici e laterizi, affioravano delle ossa umane. Si tratta sicuramente di resti riferibili a sepolture e sono segnalate delle tombe alla cappuccina. L’area si trova pochi metri a est del punto in cui il tracciato della strada romana proveniente da Grado interseca l'isola: tutta la zona, infatti, appariva cosparsa da numerose schegge di calcare e anche all'interno della valle da pesca erano presenti alcuni frammenti ceramici e litici. Su una duna, che rappresenta i resti di un alto morfologico sicuramente emerso in epoca romana, si trovavano i resti di un grosso sarcofago marmoreo, con coperchio a doppio spiovente ed acroteri laterali, gravemente danneggiato a causa degli scavi clandestini; esso appare in giacitura secondaria.

La presenza di ossa umane collegate con delle sepolture, di un sarcofago e di tombe alla cappuccina suggerisce di interpretare il contesto come un’area funeraria. Non è chiaro, però, se si debba ritenerlo un sepolcreto/necropoli collegato con la villa che sorgeva sull'isola (SI 941), oppure se sia da ritenere la zona una continuazione della via sepolcrale che dalla porta meridionale di Aquileia costeggiava la strada diretta a sud.