SITO POLIFUNZIONALE, periodo romano, secc. I-II d.C.

Oggetto
SITO POLIFUNZIONALE
Denominazione
Isola di Gorgo
Localizzazione
Grado (GO) Isola Di Gorgo
Cronologia
secc. I-II d.C.
Ambito Culturale
periodo romano
Codice scheda
SI_940

L'isola di Gorgo è una delle più grandi della laguna di Grado (150.000 km) e presenta una situazione archeologica piuttosto complessa dovuta all'intensa frequentazione già a partire dall’epoca romana. Proprio la lunga occupazione dell’isola rende difficile un'esatta definizione delle unità archeologiche. Va rilevato che, in generale, tutto il terreno è interessato dalla presenza di materiale archeologico di vario tipo; tuttavia non sono mai stati effettuati, finora, saggi stratigrafici, anche se diverse sono state le occasioni di recupero, soprattutto collegate con gli scavi funzionali alla costruzione di strutture moderne o alla sistemazione dei canali. Alcuni anni fa Dario Gaddi ha effettuato dei sopralluoghi seguendo un percorso dettato dalla consuetudine della frequentazione dei luoghi e dall'accessibilità degli stessi. A partire dall'approdo est, sul canale di Belvedere, il terreno era cosparso di frammenti fittili e di materiale edilizio vario, misto a ceramica di epoca rinascimentale. Alle spalle di questa zona venne alla luce un intero deposito di anfore conservate all'interno di un ambiente identificato dagli scopritori come cantina (SI 943). Proseguendo lungo la costa sud dell'isola, dopo un tratto privo di evidenze, Dario Gaddi vide una lunga striscia di sabbia cosparsa di materiali archeologici tra cui, assieme a frammenti ceramici e laterizi, affioravano ossa umane. Su una duna, che rappresenta i resti di un alto morfologico, sicuramente emerso in epoca romana, si trovavano i resti di un grosso sarcofago frammentario. L’area si trova pochi metri a est del punto in cui il tracciato della strada romana proveniente da Grado interseca l'isola: infatti tutta la zona era cosparsa da moltissime schegge calcaree e anche all'interno della valle da pesca erano presenti, seppure in scarsa quantità, frammenti ceramici e litici (questi ultimi ritenuti facenti parte della ruderatio stradale). Il contesto è interpretabile come area funeraria (SI 942); non è chiaro però se si debba ritenerlo un sepolcreto in connessione con la villa che sorgeva sull'isola (SI 941), oppure pensare a una continuazione della via sepolcrale che dalla porta meridionale di Aquileia costeggiava la strada diretta a sud. Continuando l'esplorazione, fino all'angolo nord, si notavano ancora molti frammenti fittili e ceramici, soprattutto frammenti di pareti di anfore italiche e di ceramica comune depurata e grezza che, in mancanza di parti morfologicamente riconoscibili non è stato possibile identificare con precisione. Proseguendo all'interno dell'isola, lungo l'argine principale che porta all'approdo ovest, si fiancheggia la valle da pesca centrale (ormai quasi del tutto colmata e prosciugata): qui, in diversi punti affioravano frammenti di anfore, soprattutto pareti (tipo Lamboglia 2). Anche sul camminamento dell'argine, dove non c'era erba, si notavano frammenti interrati, evidentemente scaricati al momento dello scavo delle valli. Continuando verso nord si arriva all'area della chiusa e dell'approdo ovest; in tutta questa zona i resti fittili, ceramici e di conglomerato cementizio erano numerosi e sono dovuti al recente scavo dei fossi circostanti. Ancora più a nord si trova l'area occupata dalle costruzioni moderne e, a occidente di essa, iniziano una serie di fossi e valli che giungono fino quasi all'estremità settentrionale dell'isola. Attorno all'abitazione padronale e alla stalla si trovano molti frammenti architettonici tra cui rocchi di colonna scanalati, cornicioni decorati e un elemento per macina. La zona centro settentrionale dell'isola è la più ricca di evidenze archeologiche; lungo la sezione dei canali il materiale era abbondantissimo (si segnala la presenza di terra sigillata nord-italica, ceramica comune e tessere musive bianco-nere) ed erano presenti anche grossi blocchi squadrati da costruzione. Degno di nota è il profilo del fosso che, con andamento nord-sud, divide, in quest'area, l'isola in due: esso scende in profondità restando verticale, mentre tutti gli altri argini mostrano una chiara tendenza all'andamento obliquo, sia per il dilavamento dell'acqua, sia per il naturale smottamento e per il progressivo deposito dei sedimenti. In quest’area il sondaggio penetrometrico ha rivelato la presenza, sotto l'argine, di uno strato duro e non perforabile che sembra avere consistenza litica o lignea, facendo ipotizzare una qualche struttura artificiale della quale, però, non è stato possibile ipotizzare la funzione. Continuando il giro dell'isola in una radura sulla sponda est della punta settentrionale si sono rinvenuti frammenti lapidei, ceramici, vitrei e cubetti in laterizio per rivestimento pavimentale; tutti i materiali non erano riconducibili a forme coerenti vista la loro estrema frammentarietà dovuta all'azione distruttiva dell'escavatore che li ha riversati sul posto. Infine, va segnalata un'altra area nella quale il sottosuolo era ricco di materiale archeologico: si tratta di alcune barene che, dalla sponda settentrionale dell'isola di Gorgo, si estendono verso il canale Figariola, in direzione dell'isola di Villa Nova e del canale dello Sdretolo occupando una superficie di almeno 2.000 mq. I sondaggi penetrometrici hanno accertato la presenza di murature: sebbene il loro orientamento sia difficile da stabilire, è stato possibile ipotizzare un andamento est-ovest per le strutture più consistenti. Va rilevato che la posizione dell'area a ridosso di un canale abbastanza profondo rende ulteriormente difficile accertarne la precisa natura e consistenza; sono visibili solo pochissimi frammenti lapidei e ceramici, probabilmente portati alla luce fortuitamente in tempi molto recenti (non recano, infatti, tracce di incrostazioni marine o dell'attecchimento di alghe tipiche dei materiali rimasti a lungo esposti all'azione del mare). Questo ritrovamento rappresenta un'ulteriore conferma della grande importanza di tutta la zona; attraverso l'isola di Gorgo, infatti, passava la strada che dal mare giungeva ad Aquileia, e quest'area si trova immediatamente ad oriente di essa; poco più a nord-ovest, inoltre, c'è l'isola di Villa Nova (SI 944), dove è attestato un relitto databile alla fine del I sec. a.C., da mettere in relazione con un probabile approdo lungo la strada.

Nell'isola di Gorgo (SI 940) sono stati effettuati numerosi ritrovamenti che indicano la frequentazione del sito: vi sono tracce di un sito abitativo (SI 941), di un'area funerararia/necropoli (SI 942) e di un deposito di anfore (SI 943).

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BIBLIOGRAFIA

Gaddi D., Approdi nella laguna di Grado, in Antichità Altoadriatiche XLVI. Strutture portuali e rotte marittime nell'Adriatico di età romana, Atti della XXIX Settimana di Studi Aquileiesi (Aquileia, 20-23 maggio 1998), Trieste - Roma 2001

Tortorici E., Archeologia subacquea e trasformazioni geomorfologiche del territorio: il caso della laguna di Grado, in Atti del Convegno Nazionale di Archeologia Subacquea (Anzio, 30-31 maggio e 1 giugno 1996), Bari 1997

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