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La Fase 3 riconosciuta dagli scavi di Castelraimondo (I-IV sec. d.C.) corrisponde alla strutturazione di età romana riconosciuta a partire dall'età augustea, caratterizzata dall'introduzione di nuove tecniche costruttive (malta e copertura in laterizi). Il villaggio venne dodato di un sistema razionale di strade interne, come quella glareata individuata nel 1999, larga 2,40 metri. Una delle evidenza più rappresentative è costituita da una torre quadrata (5,90 m per lato), che venne inserita nella struttura difensiva più antica nel punto più delicato da proteggere, cioè l'ingresso ovest. Alta almeno 6 metri, essa fu costruita con un paramento esterno e uno interno di blocchetti di calcare ben disposti legati con malta: tra di essi venne inserita una gettata di frammenti lapidei ben cementati nella malta. La copertura della struttura venne realizzata in laterizio, mentre all'esterno i dati indicano che fu intonacata. L'introduzione di tecniche edilizie romane si registra nella risistemazione e restauro di edifici come nella struttura di maggiori dimensioni sorta nella tarda età del ferro (SI 1094): Se le murature continuarono ad essere in pietrame a secco, la copertura in materiale deperibile fu sostituita con tegole e coppi e i piani pavimentali coincisero con battuti arricchiti da elementi lapidei. La torre fu oggetto di risistemazione intorno al 170 d.C. (datazione desunta da monete) e intorno al 275 fu distrutta da un evento riconducibile verosimilmente ad un fatto militare, che portò al danneggiamento anche delle altre strutture. La torre venne rifatta e venne rinforzato anche il lungo muro costruito nel corso del II sec. a.C.: la fortezza rimase attiva per tutto il IV secolo e solo intorno al 430 d.C. l'insediamento venne definitivamente distrutto e abbandonato.
Le vicende che hanno caratterizzato la fase di vita dell'abitato in età romana (età augustea-IV secolo) son state ben evidenziate dai risultati delle ripetute campagne di scavo. Il potenziamento della struttura difensiva e di controllo trova uno dei suoi elementi più significativi nella torre di forma quadrata realizzata con tecniche edilizie nuove rispetto alla tradizione precedente. Intorno al 430 è stato datato il momento di collasso delle strutture: il colle fu abbandonato per qualche decennio e invaso dalla vegetazione, come suggerisce l'analisi pollinica eseguita su elementi contenuti nello strato di distruzione.
Santoro Bianchi S., Gli scavi di Castelraimondo e gli studi sugli insediamenti minori d'altura di età romana, in Archeologia e risorse storico-ambientali nella Pedemontana e nelle Valli del Friuli Occidentale, Atti del Convegno (Meduno, 6-7 ottobre 2000), Sequals (PN) 2001
Santoro Bianchi S., Castelraimondo: i risultati dello scavo, in Castelraimondo. Scavi 1988-1990. I. Lo scavo, Roma 1992
Pratelli A./ Santoro Bianchi S., Il parco archeologico-ambientale di Castelraimondo. Un progetto di valorizzazione e sviluppo turistico culturale dell'area archeologica di Castelraimondo di Forgaria (Udine), in Studio e conservazione degli insediamenti minori romani in area alpina, Atti dell'incontro di studi (Forgaria del Friuli, 20 settembre 1997), Imola (BO) 1992
Santoro Bianchi S., Edilizia abitativa negli insediamenti d'altura dell'Italia nordorientale: alcune riflessioni, in Antichità Alto Adriatiche/Abitare in Cisalpina. L'edilizia privata nelle città e nel territorio in età romana, Roma 2001, XLIX