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Dopo un breve periodo di abbandono il sito di Castelraimondo venne rioccupato in età altomedievale nel settore più settentrionale. I resti delle strutture più antiche vennero risistemate con materiali di spoglio. Gli scavi hanno accertato la presenza di un potente strato nero antropizzato (fine del V-VI secolo). Per tutto il VI e gran parte del VII secolo l'insediamento continuò a essere attivo fino a una prima cesura alla fine del VII secolo, alla quale seguì una fase di ripresa tra l'VIII e il IX. La torre venne nuovamente rioccupata e utilizzata come fornace da calce: le analisi al radiocarbonio suggeriscono come ambito cronologico di questa attività tra l'885 e il 980 d.C.
Difficile è ricostruire in un quadro omogeneo dei caratteri dell'occupazione di età altomedievale, collegata allo sfruttamento agricolo. La struttura di maggiori dimensioni della tarda età del ferro (SI 1094) subì una trasformazione in vasto edificio di legno, provvisto di fienile e stalla. Questa fase si conclude con il definitivo abbandono della torre, riutilizzata tra il IX e il X secolo come fornace per la calce.
Santoro Bianchi S., Gli scavi di Castelraimondo e gli studi sugli insediamenti minori d'altura di età romana, in Archeologia e risorse storico-ambientali nella Pedemontana e nelle Valli del Friuli Occidentale, Atti del Convegno (Meduno, 6-7 ottobre 2000), Sequals (PN) 2001
Santoro Bianchi S., Castelraimondo: i risultati dello scavo, in Castelraimondo. Scavi 1988-1990. I. Lo scavo, Roma 1992
Pratelli A./ Santoro Bianchi S., Il parco archeologico-ambientale di Castelraimondo. Un progetto di valorizzazione e sviluppo turistico culturale dell'area archeologica di Castelraimondo di Forgaria (Udine), in Studio e conservazione degli insediamenti minori romani in area alpina, Atti dell'incontro di studi (Forgaria del Friuli, 20 settembre 1997), Imola (BO) 1992