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L’altura ha rivestito nel corso dei millenni un notevole interesse per il territorio circostante, essendo molto vicina a Muggia Vecchia e a questa collegata da una strada di origini antiche. A partire dal 1863 si iniziò a condurre sul Monte San Michele una serie di scavi (gli ultimi risalgono al 1992-93) che hanno messo in luce una necropoli di tombe a cassa rettangolare. Le fosse risultano scavate nello strato marnoso-arenaceo locale e sono rivestite sui lati e talvolta anche sul fondo da lastre di arenaria. A volte si conserva la copertura costituita da un lastrone in arenaria. Le tombe accolgono in molto casi delle sepolture plurime e sono orientate in direzione est-ovest; il defunto ha il capo rivolto a ovest in un primo gruppo di sepolture, e nord-sud in un secondo gruppo. Le tombe generalmente sono povere di oggetti di corredo, che peraltro forniscono pochi spunti di carattere cronologico. Si tratta infatti di oggetti attestati per un lungo periodo, come anelli in filo di bronzo, fusaiole o una fibbia. Altri oggetti, quali una chiave per serratura "a mandata" e degli orecchini a tre cerchietti, sono invece collocabili tra il VII e l’VIII secolo d.C.
Si tratta di una vasta necropoli ad inumazione molto probabilmente connessa all’abitato altomedievale di Muggia Vecchia (cfr. SI 79). Le tombe, per la tipologia e per gli elementi di corredo presenti, sono attribuibili alla popolazione autoctona. I pochi oggetto di corredo datanti indicano un utilizzo dell'area funeraria nel VII-VIII secolo. Gli orecchini rinvenuti, di un tipo diffuso tra le popolazioni locali e paleoslave dal Veneto all’Istria, presentano confronti puntuali tra i materiali ritrovati a Invillino e a Godo di Gemona, nel Goriziano e nelle necropoli altomedievali di Kranj in Slovenia e di Pinguente in Istria.
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