XVIII

Oggetto
stampa di invenzione
Soggetto
apparizione della Madonna dei sette dolori a san Filippo Benizzi
Titolo
S. Filippo Benizi nobile fiorentino propagatore insigne del Ordine de' Servi di Maria Vergine
Editore
Barelli Pietro
Cronologia
1700 - 1799
Materia e tecnica
carta/ xilografia
Misure impressione
mm - altezza 473, larghezza 313
Misure foglio
mm - altezza 530, larghezza 372
Codice scheda
S_786
Collocazione
Trieste (TS)
Biblioteca civica Attilio Hortis
Iscrizioni

in calce: S. FILIPPO BENIZI NOBILE FIORENTINO PROPAGATORE INSIGNE/ DEL ORDINE DE' SERVI DI MARIA VERGINE

in basso a sinistra: M.a C.a Scarselli/ Canosa f.

La firma in basso a sinistra "M.a C.a Scarselli / Canosa f." è una falsificazione di Barelli, e la prova della manipolazione del legno è alla Civica Raccolta Bertarelli di Milano dove sono conservati due esemplari della silografia: uno (R. S. 260) presenta il nome scritto a penna dal negoziante milanese, l'altro (R. S. 259) invece è identico a questa stampa, e rispecchia perciò l'avvenuta falsificazione della matrice. È ragionevole supporre che l'incisione, date le sue notevoli dimensioni, fosse destinata alla devozione privata, e attaccata sulla parete di un alt are domestico come sostituto di un dipinto. Al culto mariano della Madonna dei sette dolori si unisce quello per Filippo Benizi (Firenze 1233-1285, cfr. SERRA-MONTAGNA 1964, pp. 736-756) V generale dei Servi di Maria, particolarmente devoto alla Vergine perché, come narra la leggenda, Ella ebbe un ruolo fondamentale nella sua vocazione: gli apparve infatti nella Chies a dei Servi a Firenze seduta su un carro e lo invitò con le parole dell'Epistola del giorno, tratta dagli Atti degli Apostoli (8, 29) "Philippe, accede et adiungete ad currum istum". Ai piedi del santo, oltre al libro e al pastorale c'è la tiara papale, allusione alla sua rinuncia al pontificato. L'iconografia di San Filippo Benizi ebbe nuovo impulso a partire dalla fine del Cinquecento, in concomitanza con la ristrutturazione e l'erezione ex novo di chiese dell'ordine. La silografia mostra un buon livello qualitativo nella tecnica d'intaglio, caratterizzata da un sottile e fitto tratteggio, quasi ad imitare la morbidezza di segno presente nell'acquaforte: non è da escludere infatti che questa stampa derivi da un'incisione su rame per ora non nota. Dal punto di vista stilistico la datazione più plausibile pare essere il XVIII secolo, implicitamente accolta dallo stesso Barelli che scelse di inserire il nome di Maria Caterina Scarselli Canosa, una silografa bolognese operante nel Settecento (KÖHN 1997, p. 172).

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BIBLIOGRAFIA

Saur K.G., Allgemeines Künstlerlexicon: die Bildenden Künstler aller Zeiten und Völker, München-Leipzig 1992-, I-

Serra A.M./ Montagna D.M., Filippo Benizi, santo, in Bibliotheca Sanctorum, Roma 1964, V