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al centro in senso circolare: CORPORA SS:VALENTINI. ET ZENONIS MART:
al centro entro il basamento: Si venera presso li Monaci Benedettini della Congregazione Vallombrosana/ nella Basilica di S.Prassede in Roma
in basso entro cartiglio: Non Templi, Lector, Solymi, quae rex erat Arcus,/ Ut tibi Beda refert, ista Columna fuit;/ Sed cui plectuntur Sontes in Praesidis Aula,/ Ad quam terga Dei tot patuere flagris.
Esiste una stampa di soggetto simile titolata "Innocentio XII Pontifici Maximo. Firmissimae Fidei ortodoxae Columnae, Ironem hanc Columnae, ad quam Christus flagellatus fuit, ut sit ei columna nubis per diem, et ignis per noctem D. Iulianus Monzecchi S. Praxedis D.D.D. / Alessandro Gauli Inu. ; M. Oddi Sculp. - Romae : [s.n.] Sup perm anno iubilei, [1700]", un'acquaforte di mm 362 x 204. Mauro Oddi, l'incisore, vive fra il 1639 e il 1702, mentre l'inventore, Alessandro Gaulli, muore nel 1728. La colonna che si dice essere quella della flagellazione di Nostro Signore è conservata in una cappella bizantina rivestita in mosaico, nella quale si trovano anche le spoglie dei Santi Zenone e Valentino, qui collocate per volere di papa Pasquale I. Di San Zenone non si conoscono né la biografia né la data del martirio; in alcune epigrafi egli è ricordato come diacono insieme a un San Valentino presbitero - da non confondere con il più famoso santo omonimo originario di Terni - cosicché alcuni studiosi tendono ad identificarli in una scena musiva nel sacello stesso, ma dal momento che esso veste abiti cavallereschi, e non sacerdotali, questa ipotesi non sembra molto convincente. A destra del sacello si apre un piccola cappella dedicata alla sacra colonna, visibile attraverso una grata anche dalla navata laterale. Originariamente tale colonna era collocata nel sacello, dove rimase dal 1223 al 1699, quando mons. Ciriaco Lancetta ne ottenne la collocazione odierna. L'attuale sistemazione si deve a un intervento eseguito alla fine del sec. XIX. La colonna è a forma di balaustro rastremato, ha un collarino, un capitello e una piccola base mancante di alcuni pezzi Venne portata a Roma nel 1223 dal cardinal Giovanni Colonna, titolare della basilica e legato apostolico in Siria durante la quinta crociata. Una lapide murata a sinistra dell'ingresso della cappella di San Zenone ne ricorda l'impresa. Tradizionalmente è ritenuta la colonna a cui Cristo venne legato per essere flagellato ed è sempre stata oggetto di particolare devozione da parte dei fedeli.