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La serie comprende cinquantadue stampe che riproducono gli affreschi di Raffaello e della sua scuola nelle Logge Vaticane realizzati fra il 11516 e il 1519. Secondo Servolini "le prime tredici lastre sono di S. Volpato" (1955, p. 84, ad vocem Bianchi Secondo); anche Passavant è della medesima opinione, indicando correttamente, per Volpato, il nome Giovanni (1889, v. II, p. 196): i due critici confondono evidentemente questa impresa editoriale con quella edita fra il 1772 e il 1776, in tre volumi, per mano di Gaetano Savorelli, Pietro Camporesi e gli incisori Giovanni Ottaviani e Giovanni Volpato (vedi Marini, 1988, nn. 173-198), opera che ebbe una grandissima notorietà e che costituì probabilmente l'idea di partenza da cui nacque la nostra edizione, posteriore di una decina d'anni. Nel frontespizio, oltre al titolo riportato, leggiamo anche la data (in Roma MDCCLXXXVII) e ulteriori indicazioni: "Si trovano nello Studio del medesimo Incisore al vicolo de' Cartari nella piazza della Chiesa nuova, e nel Negozio Bouchar e Gravier al Corso". Il volume è stato recentemente restaurato e dotato di una rilegatura moderna.
Muzzi G. B., La memoria delle cose: il lavoro e i giorni dei contadini della pianura bresciana, Brescia 2001
Comanducci A.M., Dizionario illustrato dei pittori, disegnatori e incisori italiani moderni e contemporanei, Milano 1970-1974
Greci P. F., Antichi arnesi rurali, s.l. 1981