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in basso a destra: A. Černigoj 69
"Sullo scorcio degli anni ‘60 (più probabile che alla metà degli anni ‘70) Cernigoj ci regala ancora una nuova esperienza. Un’incursione nel territorio optical, con alcuni oli ed espansioni anche nella grafica dove più si acuisce la modificazione della percezione visiva. Si tratta di lavori rigidamente geometrici, a forte valenza decorativa, dai saturi colori timbrici, che giocano sul contrasto di forme e colori e anche sui falsi effetti di movimento e spessore dovuti alla collocazione dei riquadri geometrici. L’optical art è un fenomeno già consolidato agli inizi degli anni ‘60 che si diffonde e persiste nel mondo dalla Croazia (con ‘Nova Tendencija’) all’America latina; a Trieste giunge sentore di ciò nel ‘67/’68 con alcune mostre organizzate dal Centro Arte Visiva presso la Libreria Feltrinelli […]. Se comunque Cernigoj non dovesse aver seguito queste manifestazioni (ma è probabile il contrario, data la sua curiosità e la sua sete di sapere) era comunque quell’aria che gli artisti informati allora respiravano. E naturalmente Cernigoj non poteva non cimentarsi in un mondo, anche se piuttosto remoto dal suo temperamento, improntato alla razionalità, ed affacciato sull’universo scientifico. Del ‘67 sono alcune linoleografie con delle strutture totemiche, sviluppate da immagini femminili, a valenza decorativa, che presentano assonanze con questi lavori." (Campitelli, 1998, pp. 66-67).
Campitelli M., L'eterno libertario. Le mille ultime stagioni di Černigoj (1950-1985), in Augusto Cernigoj (1898-1985). La poetica del mutamento, Trieste 1998