Westerhout Arnold van, XVII

Oggetto
stampa di invenzione
Soggetto
albero genealogico della famiglia Piccolomini
Titolo
Descendenze tratte dall'arbore della fameglia piccolominea ristrette alli soli stipiti dei viventi nel'a.no MDCLXXXIII
Autore
Westerhout Arnold van (1651/ 1725) - incisore
Vidmann Georg (notizie 1666-1685) - incisore
Ruggieri Antonio (notizie 1642-1685) - disegnatore
Editore
Giuliano Pietro Paolo
Cronologia
1685
Materia e tecnica
bulino
Misure foglio
cm - altezza 199,9, larghezza 302,1
Codice scheda
S_3764
Collocazione
Trieste (TS)
Biblioteca civica Attilio Hortis
Biblioteca civica A. Hortis. Museo petrarchesco piccolomineo
Iscrizioni

La grande stampa composita (cit. in Nodari 2005), costituita da 16 fogli incisi a bulino e incollati su tela, fa parte della sezione iconografica della raccolta petrarchesca piccolominea che la Biblioteca civica ha avuto in legato da Rossetti, ma solo di recente è stata inventariata e inserita nel registro topografico della sezione; infatti fino a poco tempo fa era conservata nell'Archivio Diplomatico della Biblioteca civica e perciò era avulsa dalla collezione di appartenenza. Purtroppo per la sezione iconografica piccolominea manca quasi del tutto il materiale documentario che attesti il suo sviluppo: è probabile che Rossetti l'abbia considerata meno importante rispetto a quella petrarchesca, e questo potrebbe spiegare perché non la menzioni nel catalogo della raccolta del 1822, anche se si sa per certo che a quella data egli aveva già iniziato a raccogliere del materiale riguardante Pio II (cfr. scheda OA 51469). La sezione iconografica piccolominea non è stranamente menzionata nemmeno nell'Inventario ed estimo della libreria relitta dal defunto Dr. Domenico de Rossetti (PETR. Ms I 76). Quindi essa viene citata per la prima volta quando è già di proprietà della Biblioteca Civica dal bibliotecario De Lugnani, nel suo "Catalogo dei manoscritti delle sezioni Petrarchesca e Piccolominea" (PETR. Ms I 92), databile tra il 1850-51 e il 1857, nella parte che egli chiama "Miscellanea figurata appartenente alla II sezione Piccolominea". De Lugnani si limita qui ad elencare solo alcuni esemplari della raccolta, tra cui anche la stampa in esame, descritta come segue: "2. Un rotolo grandissimo con un albero della Famiglia Piccolomini. Discendenze tratte dall'albero della Famiglia Piccolominea, ristrette alli soli stipiti dei viventi nell'anno 1683". In seguito è De Fiori (1862) a menzionare l'albero genealogico, mentre di recente Bodart (1976) mostra di non essere a conoscenza dell'esemplare triestino, ma ne cita altri due, uno in collezione Ugurgieri della Berardenga a Firenze e l'altro in fogli sciolti nella Biblioteca vaticana (Chigi S. 438). La composizione è inquadrata da una cornice costituita dai 311 blasoni delle famiglie imparentate con i Piccolomini; la parte centrale è occupata dal grande albero genealogico, mentre in secondo piano immerse nel paesaggio ci sono le città legate alla famiglia tra cui si riconoscono Siena, considerata la patria dei Piccolomini, Pienza eretta da Pio II e Radicofani, che fu recuperata a Siena grazie al valore di Nanni Piccolomini. In basso, in primo piano a sinistra accanto al tempio della Virtù sono visibili le personificazioni della Virtù e dell'Onore, al centro un vecchio barbuto con remo e canna che rappresenta il fiume Tevere e alcuni putti che scolpiscono lo stemma di famiglia, a destra la fucina di Vulcano con i ciclopi che forgiano un altro stemma Piccolomini e sopra una nuvola Pallade Atena. Nell'angolo superiore sinistro la Fama e il Tempo reggono uno stemma non ben identificato, mentre in alto a destra Giustizia, Costanza, Prudenza e Temperanza sostengono lo stemma piccolomineo. Come si legge nel cartiglio retto da due putti in basso sulla sinistra l'albero genealogico fu iniziato da Giulio Piccolomini del ramo di Modanella, per poi essere completato dal fratello Francesco e da Giovanni Battista Piccolomini (cfr. Spreti 1981). L'albero genealogico fu delineato dal fiorentino Antonio Ruggieri (notizie 1642-1685), pittore di storia e di vedute prospettiche allievo di O. Vannini, con il quale eseguì nel 1642-43 un Martirio di S. Andrea ora disperso. Nagler segnala un'altra incisione su disegno di Ruggieri, e cioè un Avviso di tesi dedicato al cardinale Chigi, inciso nel 1670 da P. S. Bartoli. Scarse notizie anche su Georg Vidmann (notizie 1666-1685), incisore probabilmente tedesco attivo a Roma nella seconda metà del XVII secolo, che ha intagliato le scritte presenti nella stampa. Di lui Nagler menziona solo la Cerimonia delle esequie di Anna d'Austria regina di Francia, incisa con P. del Po nel 1666 su disegno di A. Gherardi da una composizione di E. Benedetti. Invece l'autore delle figure che fanno da contorno all'albero genealogico e l'incisore della stampa è il belga Arnoldo van Westerhout (Anversa 1651-Roma 1725): originario di Anversa, entrò nel 1665-66 nella bottega dell'incisore A. Goquier, e nel 1673-74 fu ammesso nella Gilda di San Luca dei pittori d'Anversa. Nel 1681 si trasferì a Roma dove rimase fino alla morte (1725), con l'eccezione di un breve soggiorno fiorentino nel 1691-92, al quale risalgono le stampe con la Festa del "Calcio" fiorentino, il Ritratto di Ferdinando de' Medici e il Miracolo di San Giovanni di San Facondo. Incisore assai prolifico all'acquaforte e al bulino, sono note di lui più di 600 tavole: stampe di traduzione di opere di soggetto sacro e profano, ritratti, avvisi di tesi (cfr. scheda S 3763 anche per altre notizie sull'artista), frontespizi, illustrazioni per l'editoria.

BIBLIOGRAFIA

Nodari F., La sezione iconografica della raccolta petrarchesca piccolominea della Biblioteca civica "A. Hortis" di Trieste, in Le collezioni del Museo petrarchesco piccolomineo nella Biblioteca "A. Hortis" di Trieste, Firenze 2005

Bodart D., L'ouvre di graveur Arnold van Westerhout (1651 - 1725) Essai de catalogue raisonné, Bruxelles 1976

De Fiori F., Dalle raccolte rossettiane di cose del Papa Pio II, in Documenti raccolti e pubblicati in occasione di collocazione di busti enei sulla facciata del Duomo di Trieste in onore di Enea Silvio Piccolomini Vescovo di Trieste poi Papa Pio II di Andrea Rapicio Vescovo di Trieste, consigliere imperiale e di Rin, Trieste 1862

Spreti V., Enciclopedia storico – nobiliare italiana, Bologna 1981, 9