Bucci Anselmo, XX

Oggetto
cartella di stampe
Soggetto
figura maschile
Titolo
Finis Austriae
Autore
Bucci Anselmo (1887/ 1955) - inventore/ disegnatore
Editore
Alfieri & Lacroix
Cronologia
1918
Materia e tecnica
carta/ litografia
Misure impressione
mm - altezza 360, larghezza 485
Codice scheda
S_7887
Collocazione
Trieste (TS)
Sede del Dipartimento studi umanistici
smaTs. Archivio degli scrittori e della cultura regionale. Lascito Fonda Savio
Iscrizioni

Cartella editoriale in mezza tela marrone con piatti in cartone blu contenente la serie completa di dodici litografie di Anselmo Bucci dal titolo Finis Austriae. Le litografie (mm 360x485) sono firmate e datate «1918» sulla lastra e numerate (I-XII) in basso a destra sul margine. I titoli delle tavole sono i seguenti: I) La rada di Pola; II) L'anticamera; III) Imbarco; IV) A bordo del "Custoza"; V) Il caffè dei Czeco-Slovacchi; VI) Gli ammiragli; VII) Il figliol prodigo; VIII) Tradotta; IX) Ritorno ai campi; X) I viveri; XI) Esodo; XII) Finis Austriae. In copertina la raffigurazone di un uomo di spalle e un arco romano.
La raccolta di litografie racconta il crollo dell’Impero Asburgico e del suo mito visto con gli occhi di Anselmo Bucci, alla sua ultima impresa grafica del periodo bellico, intitolata non a caso Finis Austriae. Le litografie erano state realizzate a Pola nel novembre del 1918 e pubblicate in Italia l’anno seguente per Alfieri & Lacroix.
L’autore era stato testimone di quanto accaduto nella piazzaforte di Pola nei giorni successivi all’armistizio di Villa Giusti del 4 novembre 1918, segnando la sconfitta definitiva e il crollo dell’Austria. Queste opere, in continuità con le serie realizzate in precedenza (Croquis du front italien e Marina a terra), registrano la quotidianità della guerra, tradotta in quelle che sembrano essere delle istantanee scattate in presa diretta. Dominano i temi legati al ritorno a casa dei militari sconfitti, in ambientazioni dense di phatos e immerse in atmosfere cupe, anche sul piano cromatico. In quelle giornate Bucci era approdato a Pola al seguito del battaglione San Marco, con cui aveva partecipato alle operazioni navali sull’Adriatico. L’atmosfera singolare che in quel momento si respirava in città, lo indusse a intraprendere questa nuova impresa, condotta con tratti litografici morbidi e veloci, quasi espressionistici, in seppia o in grigioblu, che delineano e costruiscono gli elementi di composizioni dove la linea di contorno assume una forza costruttiva e plastica inedita.
L’immagine di apertura, La rada di Pola, mostra l’approdo della Regia Marina che il 6 novembre avevano scalzato dalla piazzaforte la presenza asburgica, mentre nelle immagini successive raffigura la triste smobilitazione degli effettivi austriaci, fino alla malinconica immagine finale raccolta, dove Bucci riflette ancora una volta, come nelle tavole 2, 3, 8 e 11, sul momento colmo di pathos della partenza da Pola dei soldati austriaci. L’impetuoso desiderio di Bucci di catturare l’invisibile, che lo ha accompagnato costantemente in tutto il corso della guerra, si riflette sulla volontà di rendere lo stato fisico e interiore degli uomini raffigurati, frutto dell’evoluzione stilistica, precocemente riconosciuta da Raffaello Giolli, di cui trascriviamo alcune note pubblicate in “Pagine d’arte”: "e, ancora, davanti ai primi album di disegni di Bucci, di Viani, di Carpi, di Marzola, di Salietti, di ’Andrea, e di tant’altri giovani, trovo da dire che, infine, questo non era che dell’impressionismo pittorico frammentario e impulsivo, sterile e destinato a svanire nella storia, ecco che qui ha, ora, dell’altro. Era bene abbastanza che, in quell’inquietudine o in quell’angoscia della guerra, essi annotassero le loro emozioni. È dopo che lo spirto ci può ritornare su, con approfondita coscienza, ed ulteriormente elaborate. Qui Bucci ha elaborato la guerra. Quel distacco di mentalità e di tono che c’è tra la Serbia Eroica e Sull’Adriatico, c’è tra Marina a terrae Finis Austriae. Dall’affollarsi di tutte le emozioni, dalla curiosità di tutte le analisi, sale ora un dominio, una sintesi, una forza" (Giolli, 1919, p. 50).

BIBLIOGRAFIA

De Grassi, Massimo, Schede, in "Ricorda e Splendi". Catalogo delle opere d'arte dell'Università degli Studi di Trieste, Trieste 2024

Paris L., Guida al Lascito Antonio Fonda Savio, Trieste 2015

Inferno Fronte Scrittori Artisti, Nell'inferno del fronte. Scrittori e artisti in guerra, Trieste 2015, n. 23

Paris L., La sezione iconografica del Lascito Antonio Fonda Savio nel Sistema museale dell'Ateneo triestino, in Archeografo Triestino, Trieste 2013, serie 4, n. 63 (123)

Libri immagini casa Svevo, Libri e immagini di casa Svevo. Dalle collezioni di Antonio Fonda Savio, Trieste 2011, n. 18

Giolli R., Finis Austriae, in Pagine d’arte, 1919, 6, VII, giugno