Cort Cornelis, XVI

Oggetto
stampa di riproduzione
Soggetto
san Giovanni Battista nel deserto
Autore
Cort Cornelis (1533 ca./ 1578) - incisore
Muziano Girolamo (1528-1532/ 1592) - inventore
Cronologia
1574
Materia e tecnica
carta/ bulino
Misure foglio
mm - altezza 515, larghezza 380
Codice scheda
S_8515
Collocazione
Gorizia (GO)
Palazzo Coronini Cronberg
Fondazione Palazzo Coronini Cronberg
Iscrizioni

Come tanti giovani artisti che, in cerca di affermazione, vedevano nelle incisioni un rapido mezzo di diffusione delle proprie opere e della propria fama, il pittore bresciano Girolamo Muziano si impegnò, fin dal suo arrivo a Roma, nella realizzazione di composizioni appositamente concepite per la stampa. Dopo un breve sodalizio con Nicolas Beatrizet, interrotto nel 1565 in seguito alla morte del francese, la comparsa sulla scena romana di Cornelis Cort, già noto per le sue traduzioni delle opere di Tiziano, fornì a Muziano l’interprete più adatto alla divulgazione delle sue creazioni. Numerosi testimoni dell’epoca, tra cui l’umanista Domenico Lampson, erano concordi nel riconoscere che la straordinaria abilità di Cort nell’uso del bulino non si accompagnava ad equivalenti capacità disegnative (Borea 1997, p. 216). Per tale motivo Muziano, fin dal momento in cui, intorno al 1567, cominciò la sua collaborazione con l’olandese, seguendo una pratica già adottata da Tiziano, si impegnò a fornirgli disegni accuratamente delineati e rifiniti. Si trattava di invenzioni elaborate specificatamente per l’incisione, ma non era infrequente che, a distanza di anni, fossero poi riutilizzate per opere pittoriche. Realizzata tra il 1573 e il 1575 la serie di sei tavole con figure di santi eremiti in un paesaggio, comprendente oltre al "San Giovanni Battista", anche "Sant'Onofrio", "Sant'Eustachio", "Santa Maria Maddalena", "San Francesco e San Girolamo", rappresenta il risultato più alto della cooperazione tra Cort e Muziano. Immersa nell'ampio scenario naturalistico di gusto nordico, la figura di san Giovanni Battista è a stento percepibile tra la fitta vegetazione circostante, ove si estrinseca al meglio l'abilità di Cort nel rendere, attraverso l'uso del bulino, gli effetti di luce. La capacità di dosare l'intensità del chiaroscuro e dei toni luministici derivava dall'adozione di specifici accorgimenti tecnici, che egli per primo introdusse in Italia, quali la variazione della profondità del segno o l'impiego di linee ondulate. Come nel caso dell’esemplare in esame, l’identificazione degli stati è complicata dal fatto che i fogli dei Santi penitenti sono spesso privi del margine che contiene le iscrizioni relative ai diversi editori che nel corso degli anni ristamparono le lastre apponendo il proprio nome. Considerato tuttavia che lungo il margine inferiore appare tracciata una linea di contorno piuttosto marcata, che manca negli esemplari con l’indirizzo di Breggio, il foglio Coronini potrebbe essere un esemplare di terzo, quarto o quinto stato, anche se la buona qualità del segno fa propendere per una tiratura non troppo tarda.

BIBLIOGRAFIA

Bragaglia Venuti C., Schede, in Stampe del XV e del XVI secolo, Gorizia/ Torino 2011