La Centrale idroelettrica "Antonio Pitter" è situata nella località di Malnisio. In funzione dal 1905 al 1988, nel 2006 è stata ristrutturata come sede espositiva e museale. Un primo progetto di massima per lo sfruttamento a fini di produzione di energia elettrica delle acque del torrente Cellina fu redatto nel 1896 dall'ingegnere Luigi Salice, e a nome di quest'ultimo fu richiesta l'autorizzazione prefettizia da una società promotrice del progetto che negli anni successivi confluì, con l'apporto di capitali provenienti da Venezia, nella Società Italiana per l'utilizzazione delle forze idrauliche del Veneto, fondata nel 1900.
Prima di tre centrali (le altre sono la centrale di Giais e la centrale del "Partidor") fu costruita tra il 1900 e il 1905 nella citata località di Malnisio, su progetto di Aristide Zenari, ingegnere del Regio Genio Civile (per la parte civile ed idraulica) e dall'ingegner Antonio Pitter (per la parte elettrotecnica). Per la costruzione fu impiegata una forza lavoro di oltre duemila persone. Tra le opere ad essa collegate, venne realizzata una strada lunga circa dieci chilometri lungo il Cellina, una diga di sbarramento, un canale, una galleria di circa un chilometro e delle condotte forzate per il trasporto dell'acqua dalla forra della Valcellina. All'epoca dell'inaugurazione, la centrale poteva vantare diversi primati: fu il primo impianto trifase d'Italia, aveva la tensione di uscita più alta d'Europa (a 30 kV) ed era collegata alla linea elettrica più lunga del mondo, ben 87 km (fino a Venezia-San Giobbe). Fu anche la seconda centrale al mondo per potenza installata e quella dotata degli alternatori più potenti mai costruiti fino a quell'epoca. La centrale entrò in funzione nel 1905. Fu intitolata all'ingegner Antonio Pitter nel 1938, due anni dopo la sua morte. Fu dismessa nel 1988. Nel 2006, con il restauro dell'edificio principale, la ormai ex Centrale fu trasformata in un polo museale. È attualmente di proprietà del Comune di Montereale Valcellina ed è stata dichiarata bene di interesse culturale con decreto della Direzione Centrale per i beni culturali e paesaggistici del Friuli Venezia Giulia.