Arnia turca, rilievo, Piazza Agostino, XX

Oggetto
rilievo
Soggetto
non figurativo: astratto
Autore
Piazza Agostino (1935/ 1981)
Cronologia
1973 ca.
Misure
cm - altezza 73, larghezza 72.5, profondità 17.5
Codice scheda
OA_28597
Collocazione
Mossa (GO)
Collezione privata Piazza Agostino
Iscrizioni

retro nell'angolo in alto a destra: 3

retro: Tino Piazza

retro: AGOSTINO PIAZZA/ (ARNIA TURCA)

Il rilievo, inserito in una contenitore di legno bianco coperto da un vetro, riprende piccoli motivi geometrici e cuneiformi, disposti gli uni accanto agli altri. Nel mezzo un elemento traforato si dispone orizzontalmente, sporgendo dal piano di fondo.

L'opera fa parte del ciclo dei rilievi plastici in gesso, che costituiscono, secondo Toniato, la ricerca artistica più importante di Piazza Furono eseguiti nel periodo in cui Piazza fece parte del gruppo 2 x Go insieme ad Altieri, Mocchiutti, Monai, de Gironcoli, Doliach, Komel, Pecanac, Pergar, Jejcic, Medvescek, Volaric. Il nome significava due volte Gorizia vista nella componente italiana e in quella slovena (Nova Gorica). Tra il 1969 e il 1973 il gruppo di artisti italiani e sloveni tentò un significativo esperimento culturale per superare i confini. Il gruppo esaltava l'internazionalismo della cultura e dell'arte e reagiva all'isolamento delle province di confine. Fonte di ispirazione per tutti era il territorio giuliano e i l Carso, interpretato in forme non figurative. Ogni artista operava in modo autonomo legandosi alle avanguardie del Novecento: Piazza si ispirò all'astrattismo, che elaborò in modo personale. Ivan Sedej (1973, s. p. ) afferma che i pannelli plastici di Piazza si ispirano al Costruttivismo e allo strutturalismo nella griglia di fondo, ma contengono ancora rimandi realistici per esempio nel riprodurre le impronte della natura, animali o piante, nel gesso. Nella riproduzione dell'impronta della realtà naturale possono non essere estranee anche influenze degli automatismi surrealisti. I rilievi rientrano nello sperimentalismo e nella contaminazione dei generi tipici di Piazza. Scultura, pittura, sottosquadri, graffiti si fondono in rilievi di gesso applicati su tela Innumerevoli piccole forme geometri che a rilievo o incise si dispongono una vicino all'altra a rendere le celle delle api. Le superfici diventano tessiture plastiche in cui i vuoti e i pieni creano sviluppi segnici molto vari e imprevedibili "labirinti visivi, stratificazioni visionarie" (Toniato, 1985, p. 20). Acutamente il critico Fulvio Monai vede nell'opera di Piazza soluzioni affini a quelle di Arnaldo Pomodoro e di Emilio Scanavino. Anche l'opera di Piazza si inserirebbe dunque nel clima segnico informale milanese in cui i calligrammi di Klee, Wols e Tobey sono tradotti nella tecnica dell'impronta e dello stampo. Mentre Pomodoro realizza le sue opere in bronzo, Piazza si limitò per motivi economici al gesso. L'opera schedata deriva da una esperienza personale dell'artista che con tutta la famiglia si recò in Turchia fino a Konia, dove volle conoscere il Sufismo dei dervisci. Come nell'arte concettuale, Dell'Agnese evidenzia che il pannello ha un carattere "seriale e geometrico" (1993, p. 823): i rilievi fanno parte di una serie di 3. L'opera schedata ha un elemento traforato orizzontale, che nella prima si ripetevano in verticale, mentre il terzo pannello chiude la serie dal punto di vista cromatico poiché è nero. Tra la prima Arnia e la seconda schedata anche il bianco del gesso varia: candido nella prima, si presenta più grigio nella seconda. La serialità fu usata da Piazza anche nella serie "Monumento al bosco".

Leggi tutto