Noi usiamo i cookies
Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Le informazioni raccolte attraverso i cookies di tracciamento e performance non identificano alcun visitatore individuale. Se vuoi aiutarci a garantire un servizio migliore premi il pulsante [Accetta], altrimenti scegli [Rifiuta]. Per maggiori informazioni leggi l'informativa estesa sull'uso dei cookie.
sul retro: 3
NR: AGOSTINO PIAZZA (TIT. ARNIA TURCA) / STUDIO VIA CORSICA GORIZIA/ ITALIA
Il rilievo, inserito in un contenitore di legno bianco coperto da un vetro, riprende motivi geometrici e cuneiformi disposti l'uno accanto all'altro; nella parte superiore dei motivi verticali traforati sporgono sul piano inferiore. Il pannello è di colore bianco.
L'opera fa parte del ciclo dei rilievi plastici in gesso, che costituisco no secondo Toniato la ricerca artistica più importante di Piazza Furono e seguiti nel periodo in cui Piazza fece parte del gruppo 2 x Go insieme ad Altieri, Mocchiutti, Monai, de Gironcoli, Doliach, Komel, Pecanac, Pergar, Jejcic, Medvescek, Volaric. Il nome significava due volte Gorizia vista nella componente italiana e in quella slovena (Nova Gorica). Tra il 1969 e i l 1973 il gruppo di artisti italiani e sloveni tentò un significativo esperimento culturale per superare i confini. Il gruppo esaltava l'internazionalismo della cultura e dell'arte e reagiva all'isolamento delle province d i confine. Fonte di ispirazione per tutti era il territorio giuliano e il Carso, interpretato in forme non figurative. Ogni artista operava in modo autonomo legandosi alle avanguardie del Novecento: Piazza si ispirò all'astrattismo, che elaborò in modo personale. Ivan Sedej (1973, s. p. ) afferma che i pannelli plastici di Piazza si ispirano al Costruttivismo e allo strutturalismo nella griglia di fondo, ma contengono ancora rimandi realistici per esempio nel riprodurre le impronte della natura, animali o piante, nel gesso. Nella riproduzione dell'impronta della realtà naturale posso no non essere estranee anche influenze degli automatismi surrealisti. I rilievi rientrano nello sperimentalismo e nella contaminazione dei generi tipici di Piazza. Scultura, pittura, sottosquadri, graffiti si fondono in rilievi di gesso applicati su tela. Innumerevoli piccole forme geometri che a rilievo o incise si dispongono una vicino all'altra a rendere le celle delle api. Le superfici diventano tessiture plastiche in cui i vuoti e i pieni creano sviluppi segnici molto vari e imprevedibili "labirinti visivi, stratificazioni visionarie" (Toniato, 1985, p. 20). Acutamente il critico Fulvio Monai vede nell'opera di Piazza soluzioni affini a quelle di Arnaldo Pomodoro. Altri rimandi si possono rintracciare in Emilio Scanavino. Anche l'opera di Piazza si inserirebbe dunque nel clima segnico informale milanese in cui i calligrammi di Klee, Wols e Tobey sono tradotti nella tecnica dell'impronta e dello stampo. Mentre Pomodoro realizza le sue opere in bronzo, Piazza si limitò per motivi economici al gesso. L'opera schedata deriva da una esperienza personale dell'artista che con tutta la famiglia si recò in Turchia fino a Konia, dove volle conoscere il Sufismo dei dervisci. Come nell'arte concettuale, Dell'Agnese evidenzia che il pannello ha un carattere "seriale e geometrico" (1993, p. 823): i rilievi fanno parte di una serie di 3. L'opera schedata ha elementi traforati verticali, che nel secondo pannello si dispongono orizzontalmente, mentre il terzo pannello chiude la serie dal punto di vista cromatico poiché è nero. La serialità fu usata da Piazza anche nella serie "Monumento al bosco".