dipinto murale, Chiarottini Francesco, XVIII

Gli affreschi ricoprono interamente il locale e creano una intelaiatura ar chitettonica unitaria - interrotta solo in corrispondenza delle quattro ap erture laterali - che sfonda le pareti principali in vedute, sopra le port e e nei lati brevi in nicchie, nel soffitto in balaustre che lasciano vede re il cielo.

Gli affreschi del salone sono stati commissionati al Chiarottini dai due p roprietari della villa, Antonio e Gregorio Bartolini, e risalgono con tutt a probabilità agli anni compresi fra il 1785 e il 1787; tale datazione, an tecedente al soggiorno romano del pittore, è proposta perché egli non dimo stra ancora la piena assimilazione delle tematiche afferenti all'arte clas sica, che qui rimane una citazione erudita (De Grassi, 1996, p. 70). La da tazione, avanzata nell'ambito degli studi dedicati a celebrare i duecento anni dalla morte del Chiarottini (1796-1996), si pone come novità nell'amb ito della precedente storiografia critica, che anticipava l'intervento di un decennio circa (Precerutti Garberi, 1968, p. 493; Rizzi, 1980, p. 604; De Re, 1990, p. 665) oppure assegnava l'opera alla tarda produzione del ma estro (Guagnini Brussich, 1978, p. 137). Il tema iconografico generale del la sala è legato alle arti, cui probabilmente alludono i due soggetti di s toria romana delle pareti lunghe, le scene a monocromo del soffitto e dei lati brevi e le figure allegoriche femminili raffigurate sopra le porte. L a stanza misura nel complesso cm 600x1280. Le schede dei singoli episodi v anno dalla n°99265 alla 99272; per le altre stanze affrescate, vedi schede nn°99273, 99281, 99289, 99297.