Il lavoro, dipinto, Mitri Ernesto, XX

Il cartone è molto lungo e stretto poichè doveva adattarsi a una parete angolata. L'Agricoltura è rappresentata sotto forma di mietitori, al centro l' Industria sotto forma di città e di industria tessile, sul lato destro il Commercio.

Mitri annota al n. 2 del suo elenco il "Cartone per il mosaico della Camera di Commercio di Udine, vincitore del concorso nazionale con la rappresentazione dell'Agricoltura, industria e commercio" (Archivio Mitri, Elenco di opere). Il bando di concorso fu emanato dalla Camera di Commercio il 15 febbraio 1958 ai sensi dell'art. 1 della legge 717 dd. 29/7/1949 che destinava il due per cento, della spesa totale per la costruzione degli edifici pubblici, alla loro decorazione. Il bando riguardava la presentazione dei bozzetti per due mosaici nella sala riunioni e nell'atrio del nuovo edificio della Camera di Commercio. La partecipazione era riservata agli artisti friulani residenti in Friuli. Il bando prevedeva che i partecipanti tenessero conto che il mosaico a tessere di marmo doveva essere eseguito dalla Scuola Mosaicisti di Spilimbergo e quindi si esigeva che gli artisti si impegnassero a sviluppare i cartoni e a sorvegliare i lavori. In particolare si prescriveva che gli artisti tenessero conto delle "possibilità cromatiche" del marmo. (Bando art. 2 prot. 3831). La commissione era presieduta da Giancarlo di Maniago, presidente della camera di Commercio, e ne facevano parte Carlo Someda de Marco, direttore dei Civici musei, Firmino Toso, direttore dei lavori della sede, Severo Giacomello, direttore della scuola di Spilimbergo, Carlo Mutinelli, delegato della F.A.C.E., Candido Grassi, delegato Associazione Artisti UIL, Enrico de Cillia, incaricato Associazione Artisti CCI. (Comuzzi, 1958, p.9). Furono presentati 14 bozzetti per la sala e il 16 maggio la Giuria concluse i lavori premiando il bozzetto di E. Mitri, contraddistinto dal motto "Rin Tin Tin", con lire 350.000. Il motto era ispirato a una serie televisiva della TV per i ragazzi ambientata nel West del Cow boys. Il bozzetto, come prescritto, era in scala 1/5. Per il bozzetto dell'atrio fu invece premiato Nando Toso, quattro premi di rimborso spese furono attribuiti a Carlo Ciussi, Nane Zavagno, Luciano Del Zotto e Fred Pittino. Luigi Comuzzi scrisse che il bozzetto era "armonioso e pensoso, quasi assorto nella sua concretezza, nei chiaroscuri pulsanti di cantieri ferrovie, mercati, mulini, terre feconde portati oltre invisibili limiti dall'ala di un veliero". (Comuzzi, 1958, pp. 11-12) Rispetto al realismo delle decorazioni precedenti, Mitri si ispirò ancora una volta al futurismo per modernizzare la composizione con stilizzazioni grafiche tese a rendere il dinamismo della vita moderna. Nelle architetture e nelle traiettorie viarie è esplicito il riferimento al Futurismo, un movimento che egli considerava fondamentale per lo sviluppo dell'arte moderna. Il bozzetto va letto da sinistra a destra e rappresenta tutti i settori dell'economia: a sinistra disegnò la raccolta delle messi in una paesaggio urbanizzato con tralicci elettrici che convergono al centro. Qui è rappresentata la città con i treni, e le strade del commercio. A destra dipinse un opificio con rulli e tele che vengono venduti nel negozio che chiude il bozzetto. La parte destra risente fortemente dei disegni delle officine e dei luoghi di lavoro da lui eseguiti negli anni Trenta. L'accostamento di Mitri alle tematiche operaie ispirate al neorealismo è colto anche da Bergamini, che nella mostra sul lavoro friulano volle esporre questo bozzetto (Bergamini, 1991, p. 32) Il 16 giugno 1958 fu inaugurata in sala Ajace una mostra dei bozzetti premiati. (Il Gazzettino, 15/6/1958).