in alto, al centro, sul cartiglio: INRI
Sullo sfondo di un cielo tempestoso si staglia la figura di Cristo Crocifisso. Il volto è rivolto in alto, le palme delle mani sono contratte sui chiodi e i piedi sono paralleli e congiunti su un "suppedaneum". Il perizoma, annodato e svolazzante, sembra dare animazione e slancio alla figura di Cristo.
Il piccolo dipinto raffigura il Crocifisso con l'immagine del Cristo vivo il cui modello iconografico potrebbe essere ricondotto alla cultura veneta. Inoltre, come precisa Negri Arnoldi, il modello iconografico seicentescola per la rappresentazione del Crocifisso con l'immagine del Cristo vivente va ricercato nella Crocifissione di Ludovico Carracci per la chiesa di Santa Francesca Romana a Ferrara (1614). La raffigurazione del Cristo vivente nei dipinti di piccole dimensioni (come in questo caso) destinati alla devozione privata, si afferma su larga scala forse anche grazie all'interpretazione del tema (rivendicabile all'area veneta) da parte degli artisti fiamminghi attivi nella penisola e alla circolazione dei loro prodotti, soprattutto la piccola plastica, in area tedesca e spagnola. La veduta di città in basso, lo sfondo contraddistinto da un cielo tempestoso, il cromatismo plumbeo sembrano rialacciarsi ai modelli di El Greco mentre i piedi paralleli e congiunti sul "suppedaneum" sono una caratteristica distintiva della versione iberica di questo soggetto, dove, forse, bisognerebbe indagare per l'identificazione di un prototipo di riferimento.
Algeri G./ L'Occaso S., Le opere d'arte della chiesa di Sant'Anna di Capodistria, in Histria. Opere d'arte restaurate da Paolo Veneziano a Tiepolo, Milano 2005
Negri Arnoldi F., Origine e diffusione del Crocifisso barocco con l'immagine del Cristo vivente, in Storia dell'Arte, 1974, n. 20