Su una strada sterrata un uomo cade a terra sanguinante, mentre un altro, in piedi presso di lui, brandisce un bastone e agita i pugni. Sullo sfondo si scorge un nucleo abitato, tra la vegetazione e ripide montagne boscose. In cielo, entro una nube, circonfusa di luce dorata, appare la Vergine, che tende le braccia in soccorso. L'uomo riverso a terra indossa un completo di colore bruno composto da calzoni, gilet e giacca, sotto la quale porta una camicia bianca dal colletto alto, stretto da una cravatta nera; egli calza scarpe nere e ha il capo coperto da un lungo berretto nero desinente con una nappina; l'aggressore indossa calzoni e un gilet di colore bruno sopra una camicia bianca dalle maniche arrotolate ai gomiti e sbottonata sul davanti; egli calza scarpe nere che lasciano intravedere il dorso del piede e ha il capo coperto da un berretto con il frontino.
Il quadretto rientra fra gli ex voto dedicati alla Vergine o ai santi protettori in occasione di risse e litigi, generalmente "per l'avvenuta riconciliazione tra le parti, oppure per la sospensione della procedura penale in corso" (cfr. Moro, 1970, p. 18). Esemplari in questo senso sono il dipinto settecentesco che si conserva nella canonica di Ovaro (cfr. Moro, 1970, p. 111), e quello portato da Giovanni Martino Martini di Maiaso di Sotto al santuario della Madonna di Trava nel 1669 (cfr. Moro, 1970, p. 62; Moro, 1998, p. 55), a proposito del quale Paolo Moro osservava come la presenza del sangue fosse molto diffusa negli ex voto al fine di rendere drammatica la narrazione (cfr. Moro, 1970, p. 62).
Moro P., Gli ex voto alpini. Tipologia, conservazione, dispersione, in Santuari Alpini. Luoghi e itinerari religiosi nella montagna friulana, Udine 1998
Moro P., Gli ex voto della Carnia, Udine 1970