pisside, Modesto Agelindo, XX

Sul piede, a campana, sono sbalzate scene della vita di Maria (Annunciazione, Visitazione, Nataività, Pietà) delimitate dai simboli stilizzati degli Evangelisti. Il nodo, lavorato a giorno è tempestato di acquemarine. La coppa presenta delle spighe in rilievo costituite da teste alate di cherubini ed è conclusa da un tetragramma con rubini al posto delle note. Questi vengono ripetuti pure sul coperchio dove quattro colombe dalle ali spiegate separano episodi della Vita di Gesù (l'adultera, la Maddalena, la Samaritana ed il centurione). Sopra questi, infine, un volo di cherubini sorregge la Madonna Assunta.

La pisside "due volte preziosa: per il valore dei metalli e delle pietre onde è composta e soprattutto per la finissima cesellatura che la decora" (Un gioiello ... 1957, p. 4), va segnalata pure per il modo armonioso con cui l'autore ha saputo fondere i motivi che l'hanno ispirata: l'antica campana di Dante - riproposta nella base - e la figura della Madonna Assunta, cui è dedicato il Duomo. La data incisa sul piede non è relativa all'esecuzione dell'opera, ma attesta l'istituzione del dogma dell'Assunta proclamato da Pio XII il primo novembre 1950. In tale occasione i gemonesi commissionarono all'artista il manufatto, che venne consegnato solo nel 1957 (fu benedetto il Giovedì Santo) ed il cui costo fu assunto da un anonimo donatore.