Roccolo realizzato negli anni 1957-58 da Renato De Marchi di professione pasticcere, che da bambino aveva iniziato a catturare gli uccelli facendo uso del vischio. Poco distante aveva allestito un roccolo "a secco", costituito da pali e mascherato con frasche. Una volta verificata l’entità del passo, l’impianto posticcio venne trasformato in un roccolo "vivo", con la messa a dimora di oltre cento piante. De Marchi, coadiuvato dall’amico Cesare Simonetti, coinvolse nell'attività il figlio Sergio, attuale proprietario dall'impianto. Numerosi gli stratagemmi di cui si faceva uso, per attirare il maggior numero possibile di uccelli: la sistemazione dei richiami ingabbiati; la presenza degli zimbelli legati a una cordicella ("filàine") e imbragati; l’utilizzo di una gabbia stretta e lunga ("pice") in cui si riponevano le peppole. Un ulteriore espediente era costituito dalla "spie", un uccello che veniva collocato su un palo esterno allo scopo di segnalare l’arrivo di uno stormo.