Uccellanda risalente agli anni Cinquanta impiantata da Remigio Tosoratti, sacerdote e studioso di storia locale, oggi novantacinquenne, e da un suo collaboratore. Dislocazione e dimensioni dell’impianto vennero approvate da Emilio Peressoni, uno dei più esperti uccellatori sandanielesi proprietario di una bressana. Da subito il luogo si dimostrò particolarmente indicato per la cattura con le reti, situato com’è a metà collina lungo una vallecola che ha sempre rappresentato un importante canale di passo (un'altra tesa operava a breve distanza). Nello spiazzo interno si elevavano pochi alberi: un ontano ricercato dai lucherini per le sue infruttescenze, un’acacia utilizzata come posatoio e alcuni sempreverdi. Due passate, non più esistenti, accompagnavano il corpo principale: una stava poco all’interno del bosco ed era finalizzata alla cattura dei merli, l’altra al margine del tondo puntava a catturare i tordi sasselli. L’impianto è restato in funzione fino alla fine degli anni Settanta.